Un nuovo studio canadese analizza l’andamento delle prescrizioni di farmaci stimolanti per il trattamento dell’ADHD tra il 2015 e il 2023: accelerazioni significative durante la pandemia, soprattutto tra le donne e gli adulti tra i 18 e i 44 anni
Negli ultimi dieci anni, le prescrizioni di farmaci per trattare il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) sono più che raddoppiate (+157%) in Canada. L’analisi, condotta su oltre 15 milioni di persone dai ricercatori di ICES, del North York General e dell’ospedale pediatrico SickKids, pubblicata su Jama, evidenzia un aumento particolarmente marcato tra le donne e gli adulti tra i 18 e i 44 anni. L’ADHD è un disturbo neuroevolutivo comune che colpisce tra l’1,6% e il 5% della popolazione mondiale, caratterizzato da difficoltà di concentrazione, problemi nel portare a termine i compiti e irrequietezza. I farmaci stimolanti, come le anfetamine, sono spesso prescritti per gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Numeri in crescita e accelerazione durante la pandemia
Lo studio ha rilevato che 591.224 individui (4%) avevano almeno una prescrizione di stimolanti. Le nuove prescrizioni annuali sono passate da 275 per mille individui nel 2015 a 708 nel 2023. Un’accelerazione significativa si è osservata a partire dal 2020, durante la pandemia: tra il 2020 e il 2023 le prescrizioni sono aumentate del 28% all’anno, contro il 7% annuo tra il 2015 e il 2019.
Donne e giovani adulti i più colpiti
L’incremento maggiore si è registrato tra le donne e gli adulti tra i 18 e i 44 anni. Le prescrizioni nelle donne di 25-44 anni sono quadruplicate (+421,3%), mentre quelle nelle giovani adulte di 18-24 anni sono quasi quadruplicate (+368,7%). “La tendenza crescente delle prescrizioni in tutto il mondo mette in evidenza una sfida importante – commenta Daniel Myran, autore dello studio -.Da un lato, riflette progressi nell’identificazione del disturbo in gruppi storicamente sottodiagnosticati. Dall’altro, l’entità degli aumenti solleva preoccupazioni su diagnosi errate o eccessive e possibili effetti collaterali”.
L’aumento delle prescrizioni evidenzia la necessità di linee guida cliniche precise e di formazione specifica per la diagnosi e il trattamento dell’ADHD, soprattutto negli adulti. Pur essendo efficaci per i sintomi, i farmaci stimolanti comportano rischi di effetti collaterali, con possibili implicazioni per la salute a livello di popolazione.
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