In Italia il morbillo continua a circolare, colpendo soprattutto non vaccinati e bambini piccoli. I dati di sorveglianza confermano coperture ancora insufficienti e l’Oms richiama all’urgenza di rafforzare la vaccinazione per prevenire nuovi focolai ed epidemie
Dal 1° gennaio al 30 novembre 2025, in Italia sono stati segnalati 485 casi di morbillo al sistema nazionale di sorveglianza integrata morbillo e rosolia. Solo nel mese di novembre i casi notificati sono stati 12. A restituire il quadro aggiornato è il bollettino “Morbillo & Rosolia News” di dicembre 2025, che fotografa una circolazione ancora attiva del virus nel Paese, nonostante la disponibilità di un vaccino altamente efficace. Un dato che si inserisce in un contesto globale allarmante: secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, nel 2024 il morbillo avrebbe causato circa 95mila decessi nel mondo, colpendo soprattutto bambini sotto i cinque anni.
La distribuzione dei casi in Italia
Nel corso del 2025 sono state 20 le Regioni e Province autonome a segnalare almeno un caso di morbillo, ma quasi due terzi delle notifiche si concentrano in sole cinque Regioni: Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Calabria e Sicilia. L’età mediana dei casi è pari a 31 anni, ma l’incidenza più elevata riguarda la fascia 0-4 anni. Preoccupano in particolare i 22 casi segnalati in bambini con meno di un anno di età, troppo piccoli per aver completato il ciclo vaccinale. Lo stato vaccinale è noto per oltre il 94% dei casi e, nella grande maggioranza, si tratta di persone non vaccinate al momento del contagio. Più di un caso su tre ha sviluppato almeno una complicanza, con epatite e polmonite tra le più frequenti. Tra le segnalazioni figurano anche 48 operatori sanitari, un dato che riaccende l’attenzione sulla protezione di chi lavora a contatto con pazienti fragili.
Vaccinazioni sotto la soglia di sicurezza
“Il vaccino resta l’unico strumento efficace per proteggersi dal morbillo e dalle sue complicanze”, ricordano gli autori del report dell’Iss. Due dosi garantiscono una protezione di circa il 97%, ma per interrompere la trasmissione del virus è necessario raggiungere e mantenere una copertura di almeno il 95% con due dosi in tutte le aree del Paese. Un obiettivo che in Italia è ancora lontano: nel 2023 la copertura per la seconda dose nei bambini di 5-6 anni si attestava all’84,8% e nessuna Regione ha raggiunto la soglia raccomandata.
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