Sanità 12 Dicembre 2025 15:31

Dolore cronico colpisce 10 milioni di italiani. Esperti: “Riconoscerlo come priorità sanitaria”

Dal congresso "Basic pain support - Aggiornamenti in Terapia del Dolore" arriva l'appello degli esperti: riconoscere il dolore cronico come una priorità di salute pubblica

di Valentina Arcovio
Dolore cronico colpisce 10 milioni di italiani. Esperti: “Riconoscerlo come priorità sanitaria”

Riconoscere il dolore cronico come una priorità di salute pubblica. Lo chiedono gli esperti riuniti a Roma in occasione del congresso “Basic pain support – Aggiornamenti in Terapia del Dolore”, ricordando che ne sono colpiti oltre 10 milioni di italiani. “Oltre il 24% degli adulti in Italia soffre di dolore cronico, pari a oltre 10,5 milioni di persone”, sottolinea Flaminia Coluzzi, docente all’Università Sapienza di Roma, AOU Sant’Andrea, e presidente del congresso. “Questa prevalenza è in linea con quanto osservato negli altri paesi europei. “Circa un terzo di questi pazienti soffre di un dolore cronico ad alto impatto sulla qualità di vita e sulle capacità lavorative”, aggiunge.

Potenziare l’interdisciplinarietà nell’approccio al paziente con dolore

“Questi sono i pazienti che con maggiore probabilità – continua Coluzzi – accedono ai nostri centri specialistici di terapia antalgica. Esiste tuttavia una larga maggioranza di pazienti con dolore, che non trovano ancora sufficienti risposte alla loro sofferenza. Molti di questi ricorrono all’automedicazione, come dicono i dati sugli acquisti in autonomia di analgesici e antinfiammatori. L’auto-prescrizione, tuttavia, è un forte fattore di rischio per eventi avversi e per interazioni farmacologiche potenzialmente pericolose”. Sul congresso Coluzzi sottolinea che l'”obiettivo di questo appuntamento annuale è quello di potenziare l’interdisciplinarietà nell’approccio al paziente con dolore, includendo nel progetto formativo specialisti di altre discipline, che possono essere maggiormente coinvolti nella gestione di questa maggioranza silenziosa. È con loro che vogliamo confrontarci, dedicando spazio ai pazienti fragili, sulla base delle più recenti innovazioni scientifiche”.

Nei processi di neuroinfiammazione il nucleo centrale della cronicizzazione

Il dolore cronico non è più un semplice sintomo, ma il risultato di un cambiamento a livello del sistema nervoso”, dichiara Coluzzi. “Se trascurato, può compromettere mobilità, sonno, autonomia lavorativa, relazioni sociali e salute mentale. Molti pazienti vivono una quotidianità fatta di ansia, depressione, stanchezza costante e, spesso, ricorso frequente agli analgesici nella speranza di contenere un dolore che però diventa sempre più resistente”, aggiunge. “Negli ultimi anni, la comunità scientifica – continua Coluzzi – ha identificato nei processi di neuroinfiammazione il nucleo centrale della cronicizzazione. In condizioni fisiologiche, cellule immunitarie residenti nel cervello e nel midollo spinale, agiscono come guardiani del sistema nervoso centrale, per mantenerne uno stato di equilibrio, in risposta a eventuali insulti esterni, di natura traumatica o infettiva”.

Intervenire tempestivamente impedisce che il dolore diventi permanente

“Tuttavia, quando attivi per troppo tempo, questi fenomeni neuroinfiammatori sono la causa di alterazioni che portano a patologie degenerative e a sindromi dolorose croniche, quali la fibromialgia o la sindrome dell’intestino irritabile”, afferma Coluzzi. Gli esperti riuniti al Basic Pain Support sottolineano che la differenza la fa il tempo: riconoscere il dolore cronico nella sua fase iniziale significa avere maggiori possibilità di intervenire efficacemente, modulare la neuroinfiammazione e impedire che il dolore diventi una presenza permanente nella vita del paziente, diviene essenziale anche nelle patologie dolorose croniche più frequenti, come il dolore osteoarticolare o le neuropatie dolorose. Ritardare la cura, invece, espone a percorsi più complessi e con minori probabilità di successo.

Un killer invisibile che erode la qualità della vita

Per questo motivo l’appello del congresso è rivolto a istituzioni, comunità medica e cittadini. “Il dolore cronico non è un fastidio passeggero né una condizione da sopportare: è un killer invisibile che erode lentamente qualità della vita, energie e autonomia”, dice Coluzzi. “Servono diagnosi rapide, percorsi di cura e una maggiore consapevolezza dei meccanismi che lo generano. Intervenire subito può evitare anni di sofferenza e impedire che una condizione spesso reversibile diventi una malattia permanente”, conclude l’esperta.

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