Dalla Redazione 11 Dicembre 2025 10:22

Le persone si fidano più dei medici che dell’IA

La maggior parte delle persone mantiene una maggiore fiducia nei medici umani rispetto all’intelligenza artificiale per le diagnosi. Lo rivela uno studio americano presentato al convegno della Society for Risk Analysis

La maggior parte delle persone mantiene una maggiore fiducia nei medici umani rispetto all’intelligenza artificiale (IA) per le diagnosi, pur riconoscendo un grande potenziale in questa tecnologia quando viene presentata in un contesto specifico e reale, come la diagnosi del cancro. Lo rivela uno studio guidato da Michael Sobolev, dell’Università della California del Sud, e da Patrycja Sleboda, del Baruch College della City University di New York, presentato al convegno annuale della Society for Risk Analysis, che si è tenuto pochi giorni fa a Washington. 

Solo 1 persona su 6 si fida dell’IA per diagnosticare problemi di salute

La ricerca, basata su due sondaggi rappresentativi a livello nazionale, si è concentrata sulla fiducia, la comprensione, il potenziale, l’entusiasmo e la paura dell’IA in medicina. Secondo lo studio, solo circa 1 persona su 6, il 17%, si fida dell’IA quanto di un esperto umano per diagnosticare problemi di salute. Nonostante la diffidenza generale, quando è stato presentato uno scenario reale, un’IA che analizza le immagini della cervice per rilevare alterazioni precancerose, la maggior parte dei partecipanti ha valutato il potenziale come il fattore più alto. Le persone che hanno avuto un’esposizione personale a strumenti di IA, come ChatGPT, hanno mostrato un atteggiamento più positivo nei confronti della sua applicazione medica.

L’istruzione influisce sulla valutazione dell’IA

Coloro che l’hanno utilizzata hanno espresso una migliore comprensione, maggiore entusiasmo e maggiore fiducia. Nella valutazione dello strumento diagnostico per il cancro, gli elementi di accettazione sono stati classificati come segue, dal più alto al più basso: potenziale, entusiasmo, fiducia, comprensione, paura. La paura è risultata essere il fattore più basso. Essere uomo e possedere una laurea erano associati a maggiore fiducia, entusiasmo e potenziale nell’uso dell’IA in sanità, oltre che a una minore paura generale. In sintesi, lo studio evidenzia un divario tra lo scetticismo generale verso l’IA e l’accettazione che si sviluppa quando il pubblico viene informato su esempi specifici e concreti di come l’IA può aiutare la medicina, in particolare nella diagnosi precoce

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