Secondo il bollettino SEIEVA dell'Iss, aumentano le segnalazioni di epatite A legate a trasmissione sessuale e alimenti contaminati. Epatite B in calo, epatite E in crescita, epatite C stabile
Dal 1° gennaio al 30 giugno 2025, in Italia sono stati segnalati 247 casi di epatite A, in aumento rispetto ai 159 del 2024 e ai 105 del 2023. Le Regioni più colpite sono Lombardia (18,6%), Emilia Romagna (16,6%) e Lazio (15,8%). La maggioranza dei casi riguarda uomini (64%), con età mediana di 37 anni. La fascia più colpita è quella 35-54 anni (35,2%), ma sono stati diagnosticati anche 29 casi pediatrici sotto i 14 anni. Lo segnala l’aggiornamento del bollettino della sorveglianza Seieva (Sistema epidemiologico integrato delle epatiti virali acute), coordinata dall’Istituto superiore di sanità (Iss), relativo al primo semestre del 2025.
I principali fattori di rischio sono:
Si osserva anche un aumento dei casi tra uomini che fanno sesso con uomini (MSM), riportati nel 29,8% dei casi, rispetto all’11,4% del 2024. “Tali aumenti di segnalazioni impongono una stretta sorveglianza dei casi a livello nazionale ed europeo, con la necessità di mettere in pratica tempestivamente le azioni di prevenzione. Fondamentale è il ricorso alla vaccinazione per i contatti di casi, i viaggiatori verso aree endemiche e gli uomini che fanno sesso con uomini”, sottolinea Maria Elena Tosti, del Centro nazionale per la salute globale dell’ISS.
Epatite B: in calo
Dal 1° gennaio al 30 giugno 2025 sono stati segnalati 72 casi di epatite B, in diminuzione rispetto ai 106 casi del 2024. Le Regioni più segnalanti sono Emilia-Romagna (22,2%), Lombardia (19,4%) e Lazio (15,3%). La maggior parte dei casi riguarda maschi (77,8%) con età mediana di 55,5 anni.
Tra i principali fattori di rischio:
Epatite C: situazione stabile
Nei primi sei mesi del 2025 sono stati segnalati 25 casi di epatite C, contro i 27 del 2024. I casi provengono principalmente da Lombardia (36%) e Emilia Romagna (20%). La maggioranza dei casi riguarda maschi (60%), con età mediana di 48 anni. La fascia più colpita è 35-54 anni (40%), e l’esposizione nosocomiale è il fattore di rischio più comune (36%).
Epatite E: in aumento
Il numero di nuovi casi di epatite E è pari a 60, in aumento rispetto ai 37 del 2024. Le Regioni più interessate sono Abruzzo (18 casi, 30%) e Lazio (14 casi). I casi sono prevalentemente maschili (78,3%), con età mediana di 59 anni. Tre casi sono legati a viaggi in aree endemiche (Algeria, Egitto, Filippine), mentre gli altri si sono verosimilmente infettati in Italia. Il consumo di carne di maiale (58,5%), soprattutto insaccati, e di cinghiale (11,3%), emerge come fattore di rischio principale. Un dato rilevante riguarda il ricorso non soddisfacente al test per epatite E: solo il 63,7% dei casi sospetti è stato testato, con un 89,2% di positività tra quelli testati, suggerendo che i casi reali potrebbero essere più numerosi.
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