Secondo l’Oms Europa, il picco è atteso tra dicembre e gennaio. L’agenzia raccomanda vigilanza, vaccinazione e misure preventive contro influenza, Covid-19 e virus respiratorio sinciziale
La stagione influenzale europea ha preso avvio circa un mese prima del consueto. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) osserva un andamento simile a quello registrato nella stagione 2022-2023, ma con differenze tra i singoli Paesi: in alcune nazioni l’incremento dei casi si è verificato rapidamente, in altre più lentamente. A metà novembre, la positività ai test influenzali nelle cure primarie, indicatore chiave della circolazione virale, si attesta al 17% in tutta la regione. Gli esperti prevedono che, sulla base delle tendenze storiche, la percentuale potrebbe raggiungere il 50% tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio. Ma la circolazione dei virus non riguarda soltanto l’influenza. Secondo l’Oms Europa, persistono focolai di Covid-19, virus respiratorio sinciziale (Rsv) e altri patogeni respiratori, fattori che rendono ancora più urgente mantenere alta la vigilanza nei mesi invernali.
Sorveglianza e aggiornamento continuo dei vaccini
L’Oms conduce una sorveglianza costante grazie ai 170 laboratori del Sistema globale di sorveglianza e risposta all’influenza. Da ottobre, gli Stati membri intensificano la segnalazione dei casi, consentendo di individuare precocemente l’inizio della stagione e monitorarne l’evoluzione. Come sottolinea James Fielding, responsabile della Sorveglianza dei virus respiratori di Oms Europa, un attento monitoraggio permette ai sistemi sanitari di prepararsi e rispondere in modo efficace alle malattie respiratorie stagionali. L’influenza è un virus in continua evoluzione, soggetto a piccoli cambiamenti e mutazioni spesso determinati dalla pressione dell’immunità umana. Recentemente, a giugno 2025, è stato rilevato un aumento del ceppo H3N2 con sette nuove mutazioni e di un nuovo ceppo H1N1. Per il momento, non ci sono segnali che possano indicare un aumento della gravità della malattia. Due volte all’anno, il comitato consultivo dell’Oms esamina i dati di sorveglianza globale per raccomandare i ceppi da includere nel vaccino antinfluenzale. La composizione dei vaccini per l’emisfero settentrionale viene aggiornata ogni febbraio, mentre per l’emisfero meridionale a settembre. Marc-Alain Widdowson, responsabile dell’unità Minacce pandemiche, malattie trasmissibili e resistenza antimicrobica, ricorda che anche se i ceppi circolanti differiscono leggermente dal vaccino, la protezione resta significativa contro malattia grave, ospedalizzazione e decesso.
Vaccinazione e protezione dei soggetti più vulnerabili
L’Oms ribadisce che la vaccinazione rimane fondamentale, soprattutto per chi è a rischio di complicanze gravi: anziani, donne in gravidanza, persone con patologie croniche o immunocompromesse, neonati e bambini piccoli (particolarmente suscettibili all’Rsv). Proteggere questi gruppi, così come gli operatori sanitari, è una priorità assoluta. La campagna vaccinale non riguarda solo l’influenza. L’agenzia sottolinea che vaccinarsi contro il Covid-19 ha salvato circa 1,6 milioni di vite tra dicembre 2020 e marzo 2023 nella regione europea. Alcuni Paesi offrono anche vaccini anti-Rsv agli anziani e l’Oms incoraggia le persone idonee a vaccinarsi contro tutti i virus respiratori disponibili.
Buone pratiche e prevenzione
Oltre alla vaccinazione, l’Oms Europa richiama l’importanza di comportamenti responsabili per limitare la diffusione dei virus respiratori. Le semplici misure adottate durante la pandemia di Covid-19 hanno dimostrato la loro efficacia. Tra queste, rientrano restare a casa in caso di malattia, igiene delle mani, starnutire o tossire nel gomito, migliorare la ventilazione degli ambienti chiusi e indossare una mascherina in presenza di sintomi.
L’invito dell’agenzia è chiaro: vaccinarsi, mantenere comportamenti di protezione personale e assicurarsi che i gruppi più fragili ricevano le giuste cure, così da affrontare la stagione invernale nel modo più sicuro possibile.
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