Sempre più famiglie cercano online soluzioni per i disturbi del sonno dei figli. Ma consigli non qualificati e metodi “miracolosi” possono essere pericolosi, aumentando il rischio di SIDS e stress genitoriale
C’è un momento, tra il terzo risveglio notturno del proprio figlio e l’alba che si fa sempre più vicina, in cui molti genitori si arrendono e, anziché provare a riaddormentarsi, digitano su Google e chatbot la domanda fatidica: “perché il mio bambino non dorme?”. È lì, in quella miscela di stanchezza e disperazione, che si spalanca un mercato sempre più affollato di consigli non richiesti, promesse di notti serene e soluzioni rapide. Ma anche di rischi enormi. Il problema del sonno nei primi anni di vita non è affatto marginale: in Italia riguarda circa un bambino su cinque sotto i due anni, secondo le stime del Progetto NASCITA dell’Istituto Mario Negri. E la tentazione di cercare risposte immediate online è diffusissima. Uno studio dell’Oxford Brookes University su 266 famiglie rivela che il 47% dei genitori si affida al web per capire come far dormire i figli, pur ammettendo che le informazioni trovate non sempre sono affidabili. Ma dietro quel clic, a volte, si nasconde qualcosa di più serio di un semplice consiglio sbagliato.
Il lato oscuro del web: consulenti senza qualifiche e metodi pericolosi
Negli ultimi anni, l’aumento della domanda ha fatto esplodere un mercato di “consulenti del sonno” spesso privi di qualsiasi competenza sanitaria, educativa o psicologica. Figure che promettono miracoli, pacchetti personalizzati, routine perfette. E che, molto spesso, non hanno alcuna preparazione specifica. “Non basta essere genitori per dare consigli sul sonno dei neonati – avverte Claudia Denti, esperta in Scienze dell’Educazione, Sonno Sicuro e co-fondatrice di Genitore Informato -. Molti operatori improvvisati propongono metodi apparentemente semplici o ‘gentle’, ma non sono pediatri, non sono psicologi, non hanno una formazione adeguata. E questo può essere pericoloso”. Pericoloso davvero. Perché quando si parla di sonno dei neonati, non è solo questione di abitudini: è una questione di sicurezza.
SIDS: quando un consiglio sbagliato può mettere a rischio la vita
Tra i rischi più gravi, gli esperti segnalano le indicazioni scorrette che possono aumentare il rischio di SIDS (Sindrome della Morte Improvvisa del Lattante). Una posizione sbagliata, una culla riempita di oggetti, una temperatura inadeguata: sono tutti fattori che un consulente impreparato può sottovalutare o, peggio, ignorare. “Le linee guida sulla prevenzione della SIDS sono chiarissime e validate da decenni di ricerca – sottolinea Severino Cirillo, Health Scientist e co-fondatore di Genitore Informato -. Eppure continuiamo a vedere consulenti che suggeriscono posture non sicure, co-sleeping in condizioni rischiose o l’uso di cuscini e paracolpi. Tutto per sostenere il proprio metodo”. Il problema, spiegano gli esperti, è che chi vende soluzioni miracolose tende spesso a scavalcare le evidenze scientifiche. E le famiglie, stremate, diventano terreno fertile.
Un mercato senza controlli: certificazioni fasulle e identità camuffate
La fotografia che emerge è preoccupante. Il mondo delle consulenze sul sonno dei bambini è ormai popolato da: operatori che lavorano senza partita IVA, figure che cambiano nome o profilo per continuare l’attività in nero, “accademie” che rilasciano attestati senza valore legale, consulenti che si definiscono “delicati” o “gentle” ma applicano metodi di pianto prolungato e percorsi costosi senza alcuna base scientifica né valutazione diretta del bambino. “Oggi le famiglie arrivano a spendere centinaia o migliaia di euro per interventi privi di fondamenti – conclude Denti -. E spesso vengono indotte ad adottare comportamenti non solo inutili, ma rischiosi”.
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