“Le prossime settimane saranno cruciali per comprendere se l’aumento osservato segnerà il vero inizio della curva epidemica stagionale”
Quasi 450mila nuovi casi in una sola settimana e un’incidenza che continua a colpire soprattutto i più piccoli. È il quadro tracciato dall’ultimo bollettino RespiVirNet dell’Istituto superiore di sanità, relativo al periodo 10-16 novembre. Secondo il Report, nella comunità il tasso di positività ai virus influenzali è in aumento rispetto alla settimana precedente. Nel complesso, l’incidenza stimata delle infezioni respiratorie acute (Ari) rimane stabile: 7,91 casi per mille assistiti (era 7,64). I nuovi casi sono circa 446.483, per un totale di 2.185.451 dall’inizio della stagione.
Bambini sotto i 4 anni i più colpiti
Come accade ogni anno, la fascia d’età 0-4 anni registra il valore più elevato: 25,7 casi per mille assistiti. L’Iss precisa però che il recente passaggio dalla definizione di caso Ili (influenza-like illness) a quella Ari (acute respiratory infections) rende complicate le comparazioni con gli anni precedenti: le soglie stagionali non sono del tutto sovrapponibili. Nella settimana di riferimento i laboratori RespiVirNet hanno analizzato 1.648 campioni clinici. L’11,2% è risultato positivo all’influenza (era 7,3% la settimana precedente), quasi esclusivamente virus di tipo A. Per Sars-CoV-2 il tasso di positività è in diminuzione (6,3%), mentre il Vrs (virus respiratorio sinciziale) si mantiene sotto l’1%. Il 16,9% dei campioni è invece risultato positivo ai Rhinovirus, che restano tra i principali responsabili dei casi respiratori non influenzali.
Ospedali: prevalgono Rhinovirus e Sars-CoV-2
Nel flusso ospedaliero la quota più alta di positività riguarda i Rhinovirus, seguiti da Sars-CoV-2 e dai virus influenzali. Per il Covid, i tassi più elevati si registrano negli over 65, la fascia su cui si concentra la campagna vaccinale in corso. I ceppi circolanti: cresce il peso di A(H3N2). L’Iss precisa che i numeri sono ancora troppo bassi per definire con certezza l’andamento della stagione influenzale. “Le prossime settimane – avverte l’Istituto – saranno cruciali per comprendere se l’aumento osservato segnerà il vero inizio della curva epidemica stagionale”.
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