Salute 20 Novembre 2025 15:44

Farmaci anti-diabete e per dimagrire: sono davvero un rischio per la vista? I diabetologi fanno chiarezza

Un'ondata di testimonianze e notizie, dal racconto di Robbie Williams al caso di una parlamentare italiana, ha acceso l’allarme sui possibili rischi oculari dei farmaci a base di GLP-1, oggi utilizzati per diabete e obesità. Le rassicurazioni della Società Italiana di Diabetologia

di I.F.
Farmaci anti-diabete e per dimagrire: sono davvero un rischio per la vista? I diabetologi fanno chiarezza

La miccia si è accesa con una notizia rimbalzata sui media internazionali: il cantante Robbie Williams racconta al The Sun di aver avuto problemi alla vista dopo l’uso di un farmaco per dimagrire. Qualche giorno dopo, una parlamentare italiana riferisce un’esperienza simile. Ed ecco che scatta l’allarme: i farmaci basati sul GLP-1, oggi utilizzati sia per il diabete sia per l’obesità, possono davvero compromettere la salute degli occhi? La risposta della Società Italiana di Diabetologia (SID) è netta: al momento non esiste alcuna prova scientifica di un rapporto causa-effetto. Lo ribadisce la professoressa Raffaella Buzzetti, presidente SID, che invita alla prudenza, ma soprattutto alla serenità. “Non c’è alcun rapporto di causa-effetto scientificamente provato. Il tema davvero prioritario è ricordare che ogni terapia può avere effetti indesiderati ed è per questo che deve sempre essere prescritta e monitorata da un medico. E gli analoghi del GLP-1 non fanno eccezione”.

Chi è davvero più a rischio di problemi oculari?

La domanda che molti pazienti stanno ponendo in questi giorni è semplice: “Sto assumendo un GLP-1: rischio di perdere la vista?” La presidente SID chiarisce che, indipendentemente da qualunque possibile segnale proveniente dagli studi, i soggetti più vulnerabili restano quelli noti da anni nella pratica clinica: persone con diabete di lunga durata, fumatori e pazienti con ipertensione non controllata. Il diabete, ricorda Buzzetti, è di per sé la principale causa di perdita della vista in età adulta, perché aumenta il rischio di retinopatia (soprattutto proliferativa), edema maculare, cataratta, glaucoma e neuropatia ottica ischemica anteriore non arteritica (NAION). Paradossalmente, proprio i GLP-1 RA — migliorando il compenso glicemico — riducono parte di questo rischio.

Gli studi che hanno alimentato il dibattito: correlazioni sì, causalità no

Negli ultimi mesi alcune pubblicazioni scientifiche hanno riportato possibili associazioni tra l’uso prolungato dei GLP-1 RA e alcune patologie oculari. Ma si tratta esclusivamente di dati osservazionali, che indicano correlazioni e non dimostrano causalità. Il primo lavoro citato è uno studio pubblicato su JAMA Ophthalmology, condotto su circa 140 mila persone con diabete. I pazienti trattati per oltre sei mesi con GLP-1 RA mostravano una probabilità più alta di sviluppare la forma neovascolare della degenerazione maculare legata all’età. Una delle ipotesi è che la rapida riduzione della glicemia possa indurre uno stress retinico e favorire fenomeni di ipossia, con conseguente crescita anomala di vasi sanguigni.
Un altro studio, basato su cartelle cliniche, suggerisce un incremento del rischio di sviluppare la NAION tra i soggetti trattati con semaglutide. Parliamo però di una condizione rarissima — meno di un caso su 10.000 persone l’anno negli Stati Uniti — e anche in questo caso di una correlazione non dimostrata come danno farmacologico diretto. La professoressa Buzzetti invita a interpretare con prudenza questi risultati: “Si tratta di segnali che richiedono attenzione, ma non indicano un rapporto di causalità. La ricerca deve continuare, ma i pazienti devono evitare allarmismi”.

Lo studio che va nella direzione opposta

A controbilanciare i timori arriva una ricerca pubblicata su Communications Medicine (gruppo Nature), basata sull’analisi di oltre 2 milioni di cartelle cliniche. Questo studio, che ha confrontato tirzepatide e semaglutide con farmaci tradizionali per l’obesità, indica addirittura un minor rischio di problemi oculari nei pazienti trattati con GLP-1 RA. Tra gli utilizzatori di tirzepatide, il rischio di cataratta risultava addirittura dimezzato. Un dato che – pur non potendo essere considerato definitivo – contribuisce a riportare il dibattito entro una cornice equilibrata.

Il punto degli enti regolatori

Alla luce dei dati disponibili, le autorità regolatorie europee hanno aggiornato nel giugno 2025 la scheda tecnica dei farmaci contenenti semaglutide, indicando la NAION come effetto indesiderato rarissimo (1 caso ogni 10.000). È stato segnalato anche un lieve aumento del rischio con dulaglutide.
Segnali da monitorare, ma non elementi che giustifichino allarmismi o sospensioni non controllate delle terapie.

Il messaggio ai pazienti: continuare i controlli, non la preoccupazione

Il vero punto fermo è quello che i diabetologi ripetono da anni: controllare la glicemia e proteggere la salute degli occhi sono azioni inscindibili. E questo significa sottoporsi regolarmente a visite oculistiche e retinografiche, senza interrompere o modificare autonomamente la terapia prescritta. “La raccomandazione resta la stessa: chi ha il diabete deve fare controlli periodici dal diabetologo e dall’oculista. Non perché questi farmaci siano pericolosi, ma perché il diabete stesso può compromettere la vista se non monitorato correttamente”.

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