Il valore della Dieta Mediterranea, così come descritto in un articolo nei giorni scorsi, non risiede soltanto nella chimica degli alimenti ma in un valore culturale più profondo
“C’è un mare Mediterraneo, un bacino che unisce una decina di paesi. Gli uomini che strepitano nei caffè- concerto in Spagna, quelli che gironzolano nel porto di Genova , sui moli di Marsiglia, la razza curiosa e forte che vive sulle nostre coste, provengono tutti dalla stessa famiglia…
Così scriveva Albert Camus a proposito del mar Mediterraneo.
Quello che si intende essere il bacino del Mediterraneo comprende, in realtà, un territorio dai confini geografici molto estesi dove intervengono fattori climatici e ambientali diversi. Oltre alle aree “classiche”, questo territorio si inoltra nei Balcani fino al Mar Nero, comprendendo la Macedonia e l’Albania, la Grecia, la Bulgaria e la Turchia. E si giunge all’area mediorientale con Siria, Giordania, Libano, Israele oltre a Cipro e tutto il Nord Africa, fino al Marocco. In questa vasta area geografica che è considerata un crocevia antichissimo di popoli, culture, religioni, idee ,commerci, modi di vivere e molto altro, popoli diversi si sono incontrati e scontrati, complicandone e arricchendone la Storia.
Come ci indica lo storico francese Fernand Braudel nel suo capolavoro “Il Mediterraneo. Lo spazio, la storia, gli uomini, la tradizione”, il mar Mediterraneo contrariamente a quanto potremmo pensare, non inizia con il mare : esso è, prima di tutto ,terra. Terra composta da colline e terrazzamenti, monti a picco sul mare ,fondali profondi, ma anche pianure, coste basse e sabbiose e molto altro ancora: è mille cose insieme. Non un paesaggio ,ma innumerevoli paesaggi. Non un mare ,ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre.” E dello stesso pensiero è Predrag Matvejevic quando scrive nel suo “Mediterraneo. Un nuovo breviario” che “il Mediterraneo è terra e mare insieme, è un mare circondato da terre ”, terre bagnate dal mare”.Sempre Predrag Matvejevic ha lasciato scritto che “l’Atlantico e il Pacifico sono mari delle distanze, il Mediterraneo è il mare della vicinanza “.
Il Mediterraneo è il mare più intelligente, nessuno può negarlo. Non esiste un mare come il Mediterraneo. E’ l’orlo interno del mondo. E’ l’utero. Il liquido amniotico della civiltà (Alev Lytle Croutier).
“Giammai e in nessuna parte del mondo si è potuto osservare in un’area così ristretta, e in un così breve intervallo di tempo ,un tale fermento di spiriti e una tale produzione di ricchezza”( Paul Valery)..“ E’ il mare più calmo, il più onesto e il meno mistico. Il Mediterraneo si interpone – con la sua assenza di onde – tra l’uomo e l’Assoluto” (Emil Cioran).
Scrive ancora Albert Camus: “Il Mediterraneo è uno di quei luoghi in cui la verità è inseparabile dalla felicità.”
In tutto questo particolare contesto storico-geografico e in un patrimonio culturale e gastronomico che risale a millenni fà , affonda la forza delle sue radici la cosiddetta “dieta mediterranea”, concetto che si è sviluppato solo intorno agli anni ’50 quando studi epidemiologici iniziarono ad evidenziare la minore incidenza di malattie cardiovascolari tra le popolazioni del Mediterraneo rispetto a quelle del Nord America e del Nord Europa.
Studi che hanno messo in luce non solo un modello alimentare, ma anche uno stile di vita che include attivitaàfisica regolare e la condivisione dei pasti in famiglia o con amici.
Mangiare insieme è la base della identità culturale e della continuità delle comunità nel bacino Mediterraneo. Enfatizzando i valori della ospitalità, del vicinato, del dialogo interculturale e delle creatività. E rappresentando un modo di vivere guidato dal rispetto delle diversità.
Un regime alimentare che dovrebbe basarsi sul consumo di prodotti tipici delle zone limitrofe del bacino del mar Mediterraneo. prodotti prevalentemente di origine vegetale, combinati tra loro in modo estremamente semplice e poco elaborato, che sono diventati un modello di alimentazione sano ed equilibrato seguito in tutto il mondo. Un modello alimentare che ha un impatto significativo sulla salute pubblica, contribuendo alla riduzione delle malattie cardiovascolari, delle malattie neurodegenerative, del diabete di tipo 2,dell’obesità e alcune forme di cancro. Questo regime alimentare, di conseguenza, è associato anche ad una maggiore longevità e ad una migliore qualità della vita. Un regime alimentare che riduce la prevalenza di malattie croniche e i costi sanitari associati. E che promuove anche la biodiversità e la sostenibilità ambientale.
Un concetto, dunque, quello della dieta mediterranea, che è rappresentato da una serie di consuetudini e abitudini, non solo alimentari, ma di vita vissuta, di convivialità, di frugalità, di gioia di vivere e di sano rapporto con il cibo.
Una definizione di salute innovativa fù quella introdotta nel 1948 dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui la salute non coincide semplicemente con l’assenza di malattia o di infermità, ma rappresenta uno stato di benessere fisico, mentale e sociale. Questa definizione di salute è tuttora centrale nel dibattito sanitario globale. Laddove il concetto del “bien vivre” e del “mangiare mediterraneo” è visto come simbolo e auspicio di buona salute più che di vero e proprio modello antico di alimentazione.