Secondo uno studio pubblicato su The Lancet Neurology, emicrania, cefalea tensiva e cefalea da abuso di farmaci colpiscono quasi tre miliardi di persone e continuano a incidere pesantemente sulla vita quotidiana, soprattutto tra le donne
Mal di testa per quasi un individuo su tre nel mondo: è quanto emerge dai dati più completi finora disponibili, raccolti da epidemiologi dell’Università di Washington e della Norwegian University of Science and Technology, e riportati nel GBD 2023. Nel 2023, circa 2,9 miliardi di persone sono state affette da disturbi cefalalgici, con una prevalenza globale standardizzata per età del 34,6%. Il disturbo rappresenta la sesta causa più importante di disabilità globale, misurata in anni vissuti con disabilità (YLD). Nel complesso, i disturbi cefalalgici hanno causato 541,9 anni vissuti in cattiva salute ogni 100mila persone, con l’emicrania da sola responsabile di 487,5 anni ogni 100mila.
Emicrania, cefalea tensiva e abuso di farmaci
L’analisi distingue tre principali forme di cefalea:
Donne più colpite degli uomini
Un dato costante negli ultimi tre decenni è la maggiore vulnerabilità delle donne: l’incidenza dei disturbi cefalalgici è più del doppio rispetto agli uomini. In tutte le fasce d’età, le donne trascorrono più tempo convivendo con sintomi di mal di testa, con conseguenze significative sulla qualità della vita e sulle attività quotidiane. “La nostra analisi mostra che i disturbi cefalalgici sono rimasti invariati negli ultimi trent’anni – afferma Yvonne Xu, coautrice dello studio -. E le donne sperimentano livelli significativamente più elevati di disabilità correlata al mal di testa”.
Implicazioni cliniche e di sanità pubblica
I risultati del GBD 2023 sottolineano l’urgenza di strategie efficaci di gestione e prevenzione. Gran parte del carico di disabilità legato ai disturbi cefalalgici potrebbe essere evitato o ridotto prevenendo l’abuso di farmaci, inclusi quelli da banco, e migliorando l’educazione sanitaria pubblica. Il documento mette in luce come l’emicrania, pur meno diffusa della cefalea tensiva, rappresenti la forma più invalidante, richiedendo un’attenzione particolare dei clinici nella diagnosi, gestione terapeutica e supporto ai pazienti.
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