L’ostetrica, figura chiave in ogni fase del percorso nascita, rappresenta il punto di riferimento per la donna, il neonato e la famiglia. A sottolinearlo è Gabriella Gentile, consigliera FNOPO
Ogni anno, il 17 novembre, la Giornata Mondiale della Prematurità richiama l’attenzione su una condizione che riguarda circa 13,4 milioni di bambini nel mondo, uno su dieci secondo i dati dell’OMS 2023. In Italia, la percentuale si attesta intorno al 6% dei nati vivi. Quest’anno, la giornata ottiene un riconoscimento importante: l’inserimento ufficiale nel calendario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, segno del crescente impegno globale verso la tutela dei neonati prematuri. Il tema scelto per il 2025 – “Garantire ai neonati prematuri il miglior inizio possibile per un futuro in salute” – invita a riflettere sull’importanza di una presa in carico integrata e multidisciplinare, dove il ruolo dell’ostetrica è centrale.
L’ostetrica nel percorso nascita
“La nascita pretermine rappresenta una condizione complessa – spiega Gabriella Gentile, consigliera della FNOPO – che richiede un approccio assistenziale personalizzato e globale, capace di prendersi cura non solo del neonato ma anche della donna e dell’intero nucleo familiare.” Durante la gravidanza, l’ostetrica è impegnata nella prevenzione e identificazione precoce dei fattori di rischio, lavorando in sinergia con ginecologi e neonatologi per ottimizzare gli esiti materno-fetali e neonatali. “Nel momento della nascita – sottolinea Gentile – l’ostetrica partecipa attivamente all’assistenza del parto pretermine e alla stabilizzazione del neonato, contribuendo al lavoro di équipe nei reparti di terapia intensiva neonatale.”
Una professionista di competenza e umanità
In questi contesti ad alta intensità di cura, l’ostetrica non è solo una professionista sanitaria, ma anche una figura di sostegno umano. “Difendiamo il diritto di ogni nuovo nato a un inizio di vita dignitoso e protetto – afferma Gentile – Accogliere un bambino prematuro significa accompagnare la sua famiglia in un percorso difficile, in cui la paura si intreccia alla speranza”. Dopo la nascita, la competenza ostetrica si estende anche oltre l’ospedale. “Dopo il parto promuoviamo, appena possibile, il contatto pelle a pelle, il bonding madre-bambino e la kangaroo mother care, sostenendo l’allattamento materno anche nei casi di neonati con bisogni speciali. Dopo la dimissione, garantiamo continuità assistenziale territoriale, per una transizione serena verso la vita quotidiana”, spiega la consigliera FNOPO.
Continuità assistenziale e rete territoriale
Questo modello, in linea con le raccomandazioni dell’OMS sul Continuum of Care materno-neonatale, riconosce l’ostetrica come professionista chiave per la promozione della salute e del benessere nelle situazioni di prematurità. “Rafforzare la rete tra ospedale e territorio, valorizzare il ruolo dell’ostetrica nei percorsi nascita e garantire sostegno psicologico e sociale alle famiglie – aggiunge Gentile – sono obiettivi fondamentali per migliorare gli esiti della prematurità nel nostro Paese.”
Il colore viola della speranza
Ogni anno, ospedali e monumenti italiani si tingono di viola, il colore simbolo della giornata, che rappresenta sensibilità, forza e speranza. “È un gesto corale – conclude Gentile – che unisce professionisti, istituzioni e cittadini in un unico messaggio: ogni bambino, indipendentemente dal momento in cui nasce, ha diritto alla cura, all’accoglienza e all’amore.”
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