One Health 6 Novembre 2025 10:38

Estate 2025, meno vittime del caldo: mortalità in calo del 4% grazie alla prevenzione e a un’estate meno estrema

I dati del Ministero della Salute: meno giorni di allerta, due sole ondate di calore e l’efficacia del Piano nazionale di prevenzione tra le possibili spiegazioni del calo

di Isabella Faggiano
Estate 2025, meno vittime del caldo: mortalità in calo del 4% grazie alla prevenzione e a un’estate meno estrema

Nonostante un’anomalia termica positiva di +1,72°C rispetto alla media climatica 1991-2020, l’estate 2025 si è chiusa con un bilancio sorprendente: meno morti per caldo rispetto alle attese. È quanto emerge dai dati del Piano Operativo Nazionale per la prevenzione degli effetti del caldo, diffusi dal Ministero della Salute. Nel periodo compreso tra il 20 maggio e il 20 settembre, nelle 54 città monitorate, sono stati registrati 37.572 decessi correlati alle alte temperature, contro i 39.103 attesi: una riduzione del 4%, che fa dell’estate 2025 la meno mortale degli ultimi quattro anni.

Due sole ondate e metà dei giorni di allerta

Il rapporto segnala due principali ondate di calore: la prima tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, la seconda a ridosso di Ferragosto. I giorni di allerta sono stati 16, in forte calo rispetto ai 32 del 2024, un dato che ha certamente contribuito a contenere gli effetti sanitari del caldo estremo. Negli anni precedenti, l’impatto era stato ben più grave: nel 2022 la mortalità estiva era aumentata del 15%, nel 2023 si era mantenuta in linea con la media, mentre nel 2024 si era registrato un nuovo incremento, pari al 2%.

Il ruolo della prevenzione e dei cambiamenti demografici

Secondo il Ministero, sono in corso approfondimenti per comprendere le ragioni del calo. Le prime analisi suggeriscono che il Piano nazionale di prevenzione degli effetti del caldo – che prevede sistemi di allerta meteo-sanitari, campagne informative e supporto agli anziani e ai soggetti fragili – abbia contribuito in modo significativo a ridurre la mortalità. Ma non è escluso che a incidere siano anche fattori demografici. “Alcuni studi – si legge nel rapporto – hanno ipotizzato che l’alto numero di decessi causato dalla pandemia possa aver ridotto la platea delle persone più vulnerabili agli effetti delle alte temperature”.

La sfida del futuro

Il calo del 2025 è un segnale positivo, ma non deve indurre a sottovalutare il problema. Le ondate di calore restano tra i principali rischi sanitari legati ai cambiamenti climatici, e la loro frequenza è destinata ad aumentare. Per questo il Ministero della Salute richiama l’importanza di mantenere alta la sorveglianza, rafforzare i sistemi di allerta locale e promuovere comportamenti di prevenzione tra la popolazione, con particolare attenzione agli anziani, ai malati cronici e ai bambini piccoli. Un’estate meno estrema può aver aiutato, ma la vera sfida – avverte il Piano – resta quella di costruire una resilienza strutturale al caldo, perché le temperature record sono ormai una costante, non un’eccezione.


Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Sanità

Legge Caregiver, Locatelli: “Chi ama e cura non vuole essere sostituito, ma accompagnato”

Dopo oltre 15 anni di attesa, arriva il disegno di legge che riconosce tutele, diritti e dignità a chi si prende cura ogni giorno di una persona non autosufficiente. La ministra Locatelli a San...
di Isabella Faggiano
Sanità

GIMBE: Nonostante gli aumenti, il Fondo sanitario scende al 5,9% del PIL

Aggiunti alla sanità € 2,4 miliardi nel 2026 e € 2,65 miliardi nel 2027 e nel 2028. Nel 2028 il fondo sanitario arriverà a € 145 miliardi e secondo l'analisi indipendente ...
di Redazione
Salute

L’uso prolungato di melatonina può far male al cuore

L'uso prolungato di integratori a base di melatonina  potrebbe comportare un rischio più elevato di diagnosi di insufficienza cardiaca, ricovero ospedaliero connesso e morte per qualsiasi ...
di Valentina Arcovio
Salute

Capelli bianchi: non solo un segno del tempo, ma un meccanismo di difesa contro il cancro

Secondo uno studio dell’Università di Tokyo i capelli bianchi rappresentano una risposta difensiva delle cellule staminali dei melanociti del bulbo pilifero a gravi danni al DNA
di Isabella Faggiano