Al Ministero della Salute, società scientifiche, istituzioni e associazioni si sono confrontate nel quarto appuntamento de “La Sanità che vorrei…”, promosso da SIMIT, per ridefinire la tutela dei pazienti fragili
L’Italia vive una forte trasformazione demografica: gli over 65 sono oltre 15 milioni e, secondo le proiezioni, entro il 2050 diventeranno tre volte più numerosi dei giovani sotto i 15 anni. Questo scenario impone riflessioni urgenti sulla presa in carico di una popolazione sempre più anziana e fragile. In tale contesto la prevenzione delle malattie infettive acquisisce un ruolo decisivo. “Gli anziani e i pazienti con comorbidità sono oggi i più esposti a complicanze infettive gravi, che spesso conducono a ospedalizzazioni evitabili”, ricorda il Prof. Claudio Mastroianni, Past-President SIMIT. Non è un caso, dunque, se la SIMIT ha promosso, al Ministero della Salute, l’evento “Pazienti fragili: prevenzione e presa in carico per i soggetti anziani e con comorbidità. Piano Pandemico: strategie e operatività per un’efficace prevenzione”. L’appuntamento, il quarto del ciclo “La Sanità che vorrei…”, ha riunito esperti, istituzioni e rappresentanti dei cittadini.
Vaccinazioni e prevenzione: priorità strategica
La prevenzione è la prima arma per ridurre l’impatto delle infezioni nei soggetti fragili. Le campagne vaccinali contro influenza, Covid-19, Herpes Zoster, Virus Respiratorio Sinciziale, pneumococco e meningococco, oggi rese possibili da vaccini moderni e sicuri, rappresentano uno strumento essenziale. Ma la prevenzione, come è emerso dal confronto, non può limitarsi alla vaccinazione: deve tradursi in percorsi territoriali capaci di intercettare la fragilità prima che si trasformi in malattia. Serve dunque un sistema integrato tra ospedale, medicina generale e servizi territoriali. “Il nuovo Piano Pandemico prevede non solo misure di contenimento e una rete nazionale per diagnosi tempestive e ricoveri, ma anche la disponibilità di farmaci antivirali in grado di bloccare la circolazione del virus fin dalle prime fasi”, spiega il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT. Un approccio, questo, che amplia il concetto stesso di prevenzione, rendendolo una cultura diffusa e condivisa.
Valutazione multidimensionale e presa in carico personalizzata
Tra i punti più innovativi discussi al Ministero vi è la Valutazione Multidimensionale (VMD), uno strumento fondamentale per comprendere i bisogni complessi del paziente anziano, considerando aspetti clinici, psicologici, funzionali e sociali. Le linee guida nazionali messe a punto da SIMG e SIGOT con il supporto dell’Istituto Superiore di Sanità rappresentano un passo avanti verso un modello di cura più personalizzato. In questa direzione si muove anche il Progetto RADAR, promosso dalla SIMG, che punta a costruire una governance delle cure per la popolazione fragile attraverso la stratificazione del rischio e la formazione dei medici di medicina generale nella “medicina della complessità”. L’obiettivo è superare un modello di presa in carico episodico e ospedaliero, per arrivare a una cura continua, territoriale e multidisciplinare, in grado di rispondere alla realtà della fragilità cronica.
Sanità territoriale: il pilastro del futuro del SSN
Altro tema centrale della giornata è stato il rafforzamento della sanità territoriale. La tavola rotonda “Demografia, società e sanità: le politiche da adottare in un Paese sempre più vecchio” ha evidenziato l’importanza di una rete di prossimità che coinvolga farmacie, cure domiciliari e medicina generale. I rappresentanti di Parlamento e Regioni hanno ribadito l’impegno a potenziare la sanità di comunità come asse portante del Servizio Sanitario Nazionale. Roberto Ieraci, della Regione Lazio, ha illustrato l’esperienza locale, che integra prevenzione, assistenza e territorio in un modello operativo di riferimento. Nel talk show “La dignità delle cure tra ipotesi e realtà”, si è ribadito che la territorialità non è più un’opzione, ma una necessità per garantire cure e dignità in un Paese che invecchia rapidamente.
Le prossime sfide
Dall’incontro è emersa una visione comune: promuovere campagne vaccinali efficaci e integrate; rendere la valutazione multidimensionale uno standard di cura; potenziare la rete territoriale; trasformare il nuovo Piano Pandemico 2025-2029 in uno strumento operativo di prevenzione; e sviluppare una governance che unisca sanità, sociale, comunità e tecnologie. La sfida, ora, è rendere tutto questo concreto. Costruire un sistema sanitario moderno, centrato sulla prevenzione e sulla persona, capace di sostenere una popolazione sempre più anziana e fragile è la priorità su cui si gioca il futuro del nostro SSN.
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