Uno studio su “Lancet Global Health” e i dati dell’OMS mostrano che assistenza e contraccezione hanno salvato migliaia di donne. Ma le disuguaglianze restano grandi
Le politiche a sostegno della salute materna danno risultati concreti. Secondo lo studio “Global progress in maternal mortality reduction: contributions of fertility and maternal health care, 2000–2023”, coordinato dall’OMS e pubblicato su Lancet Global Health, dal 2020 ad oggi la mortalità materna è diminuita di circa 41 % grazie a interventi sanitari efficaci. I ricercatori stimano che il 61,2 % di questa riduzione sia imputabile ai miglioramenti nell’assistenza alla maternità (gravidanza, parto, post-partum), mentre il 38,8 % al calo della fertilità dovuto all’uso dei contraccettivi. Solo nel 2023, l’accesso alla contraccezione avrebbe evitato circa 77.400 decessi materni nel mondo. “L’accesso alla contraccezione e all’assistenza alla maternità di qualità non sono solo interventi sanitari: sono fondamentali per salvare vite umane e promuovere l’uguaglianza di genere – afferma Pascale Allotey, direttrice del dipartimento dell’OMS per la salute sessuale -. Ogni donna, ovunque si trovi, deve avere i mezzi per pianificare la sua famiglia e accedere alle cure necessarie per una gravidanza e un parto sicuri”, aggiunge.
Le diseguaglianza persistono
Tra il 2000 e il 2023, la mortalità materna mondiale è scesa da 328 a 197 decessi ogni 100mila nati vivi, un calo rilevante che riflette l’impatto dei progressi sanitari globali. Il lavoro sottolinea anche che, pur con questi risultati, le disuguaglianze tra le regioni permangono. In Africa sub-sahariana, ad esempio, il tasso è passato da 748 decessi per 100mila nel 2000 a 454 nel 2023, un miglioramento netto ma che lascia quella zona come la con mortalità materna più elevata al mondo. Al contrario, regioni come Australia e Nuova Zelanda registrano tassi molto bassi, attorno a 3 decessi per 100mila nati vivi. Un dato significativo aggiuntivo: nel 2023 si stimano circa 260mila decessi materni nel mondo, ovvero una donna muore ogni circa due minuti durante gravidanza o parto (dati Unicef).
La centralità di salute materna e diritti riproduttivi
Lo studio conferma che investire nella salute materna conviene: contraccezione sicura e assistenza di qualità non sono solo priorità etiche, ma leve concrete per la salute pubblica. Tuttavia, sono gli stessi autori ad invitare a non abbassare la guardia: per mantenere e accelerare i progressi, servono politiche robuste, risorse sostenibili, formazione professionale, rafforzamento dei sistemi sanitari, e azioni mirate alle popolazioni più svantaggiate. Inoltre, lo studio stimola riflessioni su vulnerabilità locali: aree rurali, donne con basso livello di istruzione, contesti fragili o conflittuali spesso restano “resistenze” al cambiamento, e richiedono strategie dedicate. Lo studio, dunque, rafforza un messaggio ormai sempre più urgente: salute materna e diritti riproduttivi sono centrali per la giustizia globale. I numeri mostrano che le politiche funzionano, ma non bastano. Per garantire che ogni donna – ovunque, in ogni condizione – abbia un parto sicuro e la libertà di scelta, occorre volontà politica, investimenti continui e un’attenzione costante alle disuguaglianze.
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