La Commissione Scientifica ed Economica (CSE) di AIFA ha richiesto ulteriori approfondimenti rimandando ancora una decisione considerata dalla LIFC fondamentale per tanti pazienti
La Commissione Scientifica ed Economica (CSE) di AIFA ha richiesto ulteriori approfondimenti riguardo l’estensione dell’indicazione terapeutica di Kaftrio® (ivacaftor/tezacaftor/elexacaftor) in combinazione con Kalydeco® (ivacaftor) “infliggendo un duro e inaccettabile colpo alle speranze di circa il 30% delle persone con fibrosi cistica (FC) che da mesi attendevano l’accesso a una terapia innovativa ad alto impatto clinico, capace di modificare il decorso della malattia”.
Una mancata decisione che, per la Lega Italiana Fibrosi Cistica Odv (LIFC), “rappresenta un affronto alla tutela del diritto alla cura e una grave violazione del principio di equità di accesso alle cure”.
L’Associazione, in una dura nota manifesta forti perplessità sul significato di questa richiesta di ulteriori approfondimenti: “Trattandosi di una Commissione che valuta aspetti scientifici ed economici, LIFC esige sapere se la motivazione sia di natura scientifica, nonostante l’EMA abbia già approvato l’estensione del farmaco, oppure di tipo economico. In entrambi i casi, LIFC chiede ad AIFA la massima chiarezza: è necessario che l’Agenzia comunichi pubblicamente ai pazienti e alle loro famiglie quali elementi necessitano ancora di approfondimento e in quali tempi si prevede di giungere a una decisione definitiva”.

“Le centinaia di pazienti condannati a convivere con il peso della malattia pur sapendo che una terapia in grado di cambiarne la prospettiva esiste già e le loro famiglie meritano una risposta esaustiva. Questa mancanza di chiarezza è un’ingiustizia che non possiamo accettare. Intendo rivolgermi personalmente al Ministro della Salute per tutelare i diritti delle persone con fibrosi cistica” ha affermato Antonio Guarini, Presidente LIFC.
“L’estensione – spiega la nota dell’Associazione – avrebbe consentito a tutte quelle persone con FC, finora escluse, di accedere a un farmaco che agisce sul difetto di base della malattia, garantendo benefici clinici e qualità di vita senza precedenti rispetto alle opzioni attualmente disponibili”.
“Ogni giorno senza accesso a questa cura è un giorno sottratto alla vita di chi combatte con la fibrosi cistica – prosegue Guarini – e l’innovazione non può e non deve essere un privilegio: deve essere un diritto per tutti”