Sono oltre un milione gli italiani che convivono con una diagnosi di tumore urologico. Ogni anno vengono registrate più di 87mila nuove diagnosi, soprattutto a carico di prostata, vescica, rene e testicolo. Si tratta di patologie sempre più curabili: globalmente otto pazienti su dieci riescono a superarle. Tuttavia, le terapie possono lasciare segni pesanti sulla vita sessuale e relazionale. “Il cancro della prostata, del rene, del testicolo o della vescica sono malattie sempre più croniche – spiega Rolando Maria D’Angelillo, Presidente Incoming di SIUrO –. Quando individuate in tempo, le percentuali di sopravvivenza a cinque e dieci anni superano il 90%. È evidente che dobbiamo riuscire a preservare il più possibile il ritorno a una vita normale dopo la difficile esperienza con una neoplasia”.
Il tumore della vescica, in particolare, rappresenta una delle neoplasie con il maggiore impatto sulla qualità della vita. Nei casi più gravi oltre l’80% dei pazienti lamenta dolore, calo del desiderio, disfunzioni erettili e problemi di orgasmo. Anche oltre la metà degli uomini colpiti da carcinoma prostatico dichiara di aver visto compromessa la propria sessualità. Per questo, osserva D’Angelillo, “è utile coinvolgere nel team anche un andrologo o uno psiconcologo, in modo da fornire un supporto adeguato a chi affronta disfunzioni sessuali”.
Sul fronte terapeutico, la ricerca apre scenari promettenti. “Per il tumore della vescica – sottolinea Sergio Bracarda, Presidente Nazionale SIUrO – sono in arrivo combinazioni farmacologiche come enfortumab vedotin più pembrolizumab, che in prima linea per la malattia avanzata mostrano benefici significativi rispetto alla sola chemioterapia. Disponibili anche terapie mirate come erdafitinib, per i casi con mutazioni FGFR3, e il nuovo dispositivo intravescicale TAR-200, che rilascia gemcitabina riducendo il ricorso alla cistectomia”. La chirurgia robotica, ormai consolidata in diversi centri italiani, consente interventi complessi più precisi e meno invasivi. “Somministrare trattamenti personalizzati ci permette di ridurre il rischio di cure inutili o dannose – aggiunge Alberto Lapini, Past President SIUrO – ed evitare effetti collaterali temuti come incontinenza e impotenza”.
Un contributo importante arriva anche dalle nuove tecnologie. “L’intelligenza artificiale – spiega Giario Conti, Segretario SIUrO – ha già prodotto strumenti diagnostici innovativi, soprattutto per il tumore della prostata, il più diffuso tra gli uomini. L’IA fornisce informazioni più specifiche, supportando anatomo-patologi e team multidisciplinari nella scelta terapeutica”.
Tutti gli esperti riuniti a Napoli ribadiscono un concetto chiave: la gestione dei tumori urologici deve passare attraverso il confronto tra più specialisti. “Ogni singolo caso dovrebbe essere affrontato da un team multidisciplinare – conclude Bracarda – in cui ciascun professionista mette a disposizione le proprie competenze per controllare e, quando possibile, sconfiggere malattie complesse”.
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