Una maggiore attenzione ai farmaci e ai controlli ambulatoriali può ridurre significativamente i decessi per infarto. Secondo uno studio pubblicato su Health Policy, analizzando quasi 97mila pazienti ricoverati tra il 2007 e il 2022, è emerso che un aumento del 10% nella spesa farmaceutica nei 12 mesi precedenti il ricovero si traduce in una riduzione della mortalità ospedaliera dal 2,7% al 3%. In termini pratici, questo significa che una gestione più attenta di terapie e visite preventive potrebbe salvare circa 2.500 vite ogni anno in Italia, su una media di oltre 82mila ricoveri annui per infarto.
La ricerca è stata condotta da Francesco Mosconi della Ca’ Foscari University e della Brunel University di Londra, Elisa Tosetti dell’Università di Padova, e coordinata da Giorgio Vittadini dell’Università di Milano-Bicocca. Gli esperti hanno confrontato i dati relativi a 96.778 pazienti ricoverati per infarto miocardico acuto con le informazioni sulla spesa farmaceutica e sulle visite ambulatoriali effettuate nei 12 mesi precedenti il ricovero. L’obiettivo era valutare l’impatto dell’assistenza sanitaria pre-ricovero sulla mortalità ospedaliera e comprendere quanto le risorse dedicate alla prevenzione possano influire sugli esiti dei pazienti.
I dati hanno evidenziato un effetto significativo della gestione farmacologica: più alto è il livello di spesa per farmaci e controlli prima dell’infarto, più bassa risulta la mortalità ospedaliera nei 30 giorni e a un anno dal ricovero. I ricercatori stimano che investire in prevenzione e assistenza primaria può tradursi in migliaia di vite salvate e in un uso più efficiente delle risorse sanitarie. L’analisi sottolinea l’importanza di prescrivere farmaci efficaci per abbassare colesterolo e pressione e di effettuare controlli regolari, come visite cardiologiche, elettrocardiogrammi, ecocardiogrammi e holter, come strumenti concreti per prevenire le conseguenze più gravi degli eventi cardiaci.
Secondo gli autori dello studio, ottimizzare la gestione farmaceutica e gli esami ambulatoriali non solo migliora gli esiti clinici dei pazienti, ma permette anche di pianificare meglio le risorse sanitarie e ridurre costi legati a ricoveri e complicanze. La prevenzione diventa così un investimento efficace per la salute pubblica, in grado di salvare vite e ridurre l’onere economico del sistema sanitario.
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