Ogni anno migliaia di bambini affrontano malattie che possono cambiare il corso della loro vita senza che i sintomi vengano immediatamente riconosciuti. Il diabete di tipo 1 e la celiachia, in particolare, spesso restano invisibili fino a quando non emergono complicanze più gravi. È qui che entra in gioco la pediatria territoriale, con la capacità di intercettare precocemente segnali sottili, guidando genitori e famiglie verso diagnosi tempestive e interventi mirati.
Il progetto pilota della legge 130/2023 ha coinvolto 429 pediatri di famiglia e oltre 5.300 bambini tra Campania, Marche, Lombardia e Sardegna, evidenziando una prevalenza dell’1% per il diabete di tipo 1 e del 2,8% per la celiachia nella fascia d’età 2-8 anni. I risultati, definiti “molto positivi” dagli specialisti FIMP, aprono la strada a un’estensione su scala nazionale dello screening, con l’obiettivo di individuare precocemente le due patologie e prevenire complicanze acute e croniche, come la chetoacidosi diabetica.
“La fase pilota ha confermato il ruolo centrale dei pediatri di famiglia per lo sviluppo e la riuscita di questo progetto – spiega Antonio D’Avino, presidente nazionale FIMP –. Grazie alla presenza capillare sul territorio e al rapporto di fiducia con famiglie, genitori e bambini, abbiamo ottenuto risultati importanti. Ora siamo pronti a fare la nostra parte nella fase successiva, garantendo che la macchina continui a funzionare in modo efficace e sostenibile”.
Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera dei deputati e primo firmatario della legge 130, ha sottolineato che “lo screening è uno strumento di assoluto valore per la salute dei più piccoli e per il futuro del Paese. Questa legge è un esempio anche per altre patologie croniche ad alto impatto sul Servizio sanitario nazionale, come l’obesità e il sovrappeso”. Mulè ha inoltre anticipato un impegno specifico per il contrasto dell’obesità infantile, problema che può compromettere la salute futura dei bambini.
Secondo D’Avino, l’altro grande valore della legge è la disponibilità di dati clinici su scala nazionale, un patrimonio strategico per orientare la ricerca, migliorare i percorsi di cura e rendere più efficienti le politiche sanitarie. Lo screening nazionale, conclude FIMP, rappresenta così un’opportunità concreta per tutelare la salute dei bambini e consolidare il ruolo della pediatria territoriale nel sistema sanitario italiano.
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