Come Angelina Jolie, che anni fa decise di sottoporsi a una mastectomia preventiva per ridurre il rischio di sviluppare un tumore al seno, anche molte altre donne potrebbero trarre beneficio da questa opzione. A sostenerlo è una nuova analisi pubblicata su JAMA Oncology e condotta da ricercatori della Queen Mary University e della London School of Hygiene and Tropical Medicine. Secondo lo studio, offrire la mastectomia preventiva a un numero più ampio di donne ad alto rischio potrebbe prevenire migliaia di casi di cancro al seno ogni anno. La tecnica, inoltre, risulterebbe anche vantaggiosa in termini di costi per il sistema sanitario.
Un modello per identificare chi ne trarrebbe beneficio
Attualmente la mastectomia per la riduzione del rischio viene proposta quasi esclusivamente alle donne portatrici di mutazioni genetiche note, come BRCA1, BRCA2 o PALB2. Tuttavia, grazie a nuovi modelli di calcolo del rischio che combinano dati genetici e altri fattori, è possibile individuare anche donne senza queste mutazioni ma comunque esposte a una probabilità elevata di sviluppare la malattia. Nel nuovo studio, i ricercatori hanno creato un modello predittivo basato sui dati di donne tra i 30 e i 60 anni, con un rischio di cancro al seno variabile tra il 17% e il 50%. Hanno quindi confrontato gli esiti e i costi della mastectomia preventiva rispetto alle attuali strategie, come screening periodici e trattamenti farmacologici.
Soglia del 35%: il punto di svolta
I risultati indicano che la mastectomia è una scelta vantaggiosa per le donne dai 30 anni in su il cui rischio di cancro al seno supera o eguaglia il 35%. Applicando questo criterio, secondo le stime, nel Regno Unito si potrebbero prevenire fino a 6.500 dei circa 58.500 nuovi casi diagnosticati ogni anno. “Per la prima volta – spiegano gli autori – definiamo una soglia di rischio precisa oltre la quale la mastectomia preventiva diventa non solo clinicamente efficace, ma anche economicamente sostenibile. Questi dati potrebbero portare a un aggiornamento delle attuali linee guida”.
Una possibile revisione delle linee guida
L’analisi apre la strada a una riflessione più ampia sulla prevenzione oncologica. Estendere la possibilità di accedere a una mastectomia profilattica anche a donne senza mutazioni genetiche ma con rischio elevato potrebbe rappresentare una svolta nella lotta al cancro al seno. Gli autori sottolineano però la necessità di approfondire anche gli aspetti psicologici e personali legati a una scelta così invasiva. Ma se supportata da un’adeguata consulenza, la mastectomia potrebbe diventare una valida opzione per molte più donne rispetto a oggi.