Aumentano i casi di infezione da virus West Nile in Italia. Secondo i dati aggiornati al 23 luglio dell’Istituto superiore di sanità, sono 32 i casi confermati dall’inizio del 2025, di cui ben 21 concentrati nella sola provincia di Latina. Due i decessi segnalati, uno nel Lazio e uno in Piemonte. Dei 32 casi confermati, 23 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva: due in Piemonte, due in Veneto, uno in Emilia-Romagna, 15 nel Lazio e tre in Campania. Un caso è stato rilevato in un donatore di sangue (asintomatico, in Veneto), mentre sei pazienti hanno sviluppato sintomi febbrili (due in Veneto e quattro nel Lazio). L’80% delle infezioni resta comunque asintomatico, ricorda l’Iss.
La Regione Lazio ha comunicato che, a seguito delle analisi del Laboratorio di virologia dell’Istituto Spallanzani di Roma, sono stati confermati 12 nuovi casi di positività, portando il totale a 21 nel 2025. Tutti i casi sono stati registrati in provincia di Latina, inclusa una donna deceduta la scorsa settimana all’ospedale di Fondi. I Comuni coinvolti sono Aprilia, Cisterna di Latina, Fondi, Latina, Pontinia, Priverno, Sezze e Sabaudia. Attualmente, 10 pazienti sono ricoverati in reparti ordinari, due sono stati dimessi, sei sono in cura a domicilio e due si trovano in terapia intensiva.
“Il virus West Nile è ormai endemico nel nostro Paese – spiega Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento di Malattie infettive dell’Iss -. Il sistema di sorveglianza è ben rodato ed efficace. Tutte le misure sono in campo, comprese quelle per la sicurezza di trapianti e trasfusioni”. Secondo l’Iss, l’andamento epidemiologico è numericamente simile a quello degli anni precedenti, anche se la distribuzione geografica appare diversa, con un’anomala concentrazione di casi nel Lazio.
“La malattia non si trasmette da persona a persona, ma attraverso la puntura di zanzare infette – ricorda Palamara –. È importante proteggersi con repellenti e indumenti adeguati, specialmente per i soggetti fragili. In presenza di febbre sopra i 38°C, accompagnata da rash cutaneo, è bene consultare il medico”. Infine, l’invito agli operatori sanitari: “Considerare la possibilità di infezione da West Nile in presenza di sintomi compatibili e procedere a diagnosi di laboratorio”.
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