Sanità 23 Luglio 2025 14:15

Caldo, Asl e ospedali pronti a proteggere i fragili. La mappa di Fiaso da Nord a Sud

Temperature record e ondate di calore non colgono impreparata la sanità pubblica: le aziende sanitarie italiane attivano misure di prevenzione, assistenza domiciliare e informazione, con un occhio di riguardo per anziani e lavoratori esposti
di I.F.
Caldo, Asl e ospedali pronti a proteggere i fragili. La mappa di Fiaso da Nord a Sud

Le ondate di calore non sono più eventi eccezionali. E la sanità pubblica italiana ha imparato a rispondere in modo strutturato. Lo dimostra il report della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), che ha mappato le azioni messe in campo tra il 4 e l’11 luglio da un campione rappresentativo di aziende sanitarie territoriali distribuite lungo tutto lo Stivale. Obiettivo: proteggere la popolazione, in particolare anziani, fragili e lavoratori esposti, con interventi integrati e continui. Tutte le aziende coinvolte hanno attivato piani per la gestione delle ondate di calore, basati su linee guida regionali e indicazioni del ministero della Salute. Tra le misure: identificazione preventiva dei soggetti a rischio, controllo delle temperature ambientali nelle strutture, ambulatori dedicati, numeri verdi, campagne informative rivolte sia alla popolazione sia al personale sanitario.

Buone pratiche: dall’ambulatorio mobile al “codice calore”

La mappa Fiaso raccoglie esempi concreti:
A Genova, l’Asl 3 ha attivato un ambulatorio mobile all’area del Porto Antico, aperto a cittadini e turisti per consulenze, misurazione della pressione e consigli pratici. L’iniziativa, attiva per tutto agosto, è realizzata in sinergia con Prefettura, Comune e Regione. Sempre in Liguria, la Asl 4 monitora quotidianamente le temperature nelle aree di degenza e attiva azioni correttive in caso di valori critici. Con il “Piano caldo 2025”, la Regione ha inoltre potenziato i servizi domiciliari e temporanei in RSA, attivato numeri verdi, diffuso vademecum comportamentali, sospeso le dimissioni dei pazienti fragili in situazioni di emergenza.

A Milano, l’Ats ha messo online una pagina dedicata con consigli, numeri utili e mappa dei servizi attivi. A Reggio Emilia, il piano operativo prevede una stretta collaborazione con il Terzo settore (Auser, Croce Verde e Croce Rossa), con un centro di ascolto telefonico dedicato per gli anziani soli.

A Napoli, l’Asl 1 ha introdotto il “codice calore” nei pronto soccorso, ha rafforzato l’assistenza domiciliare e attivato il numero verde 800.89.69.80. A Catanzaro, l’Aou “Renato Dulbecco” ha allestito postazioni ventilate nelle aree di osservazione intensiva e incrementato il personale di supporto.

In Puglia, l’Asl Bat ha potenziato il servizio 118 con idromoto operativi sulle spiagge in collaborazione con la Capitaneria di porto. A Manfredonia è stato installato un nuovo impianto di climatizzazione al pronto soccorso e nei blocchi operatori. A Taranto, la campagna “Proteggiamoci dal caldo” prevede mappatura dei soggetti vulnerabili, allerta automatica per i Comuni, assistenza domiciliare rafforzata e telefonate di controllo settimanali.

In Sicilia, l’Asp di Siracusa ha attivato postazioni di Guardia medica turistica con reperibilità telefonica in diverse località costiere della provincia.

Una risposta coordinata e continua alla sfida climatica

“Le alte temperature sono ormai cicliche e richiedono un modello di prevenzione attiva e continua – sottolinea Giovanni Migliore, presidente Fiaso -. Non si tratta più di interventi episodici, ma di una risposta strutturata, integrata nei piani regionali e gestita con efficacia dalle aziende sanitarie”. Secondo Migliore, le campagne informative giocano un ruolo chiave nella tutela della salute: “Informare è già prendersi cura. Per questo, accanto alle iniziative nazionali del ministero – come il numero verde 1500 e i bollettini meteo-sanitari – è fondamentale il lavoro delle Asl nei territori, anche attraverso il coinvolgimento di medici di famiglia, servizi sociosanitari, volontariato e amministrazioni locali”. Un impegno che, conclude, “mostra quanto la sanità pubblica italiana sia pronta a rispondere anche alla sfida climatica, con un approccio sistemico e orientato al futuro”.

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