One Health 21 Luglio 2025 11:25

West nile, Sima: ‘’Ecco come il clima cambia la nostra salute’’

In aumento i casi autoctoni di dengue e chikungunya anche in italia. La zanzara tigre prolifera grazie a temperature elevate, estati lunghe e ristagni d’acqua
di I.F.
West nile, Sima: ‘’Ecco come il clima cambia la nostra salute’’

Negli ultimi anni, anche in Italia, il cambiamento climatico ha iniziato a modificare silenziosamente la geografia delle malattie infettive. Patologie un tempo circoscritte ai tropici oggi fanno registrare casi autoctoni nel nostro Paese, complice la diffusione sempre più stabile della zanzara tigre (Aedes albopictus), favorita da temperature medie più alte, inverni miti, estati prolungate e microambienti umidi urbani. A lanciare l’allarme è la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), che interviene sull’attuale emergenza sanitaria legata al West Nile Virus, ma allarga il quadro anche ad altre arbovirosi: dengue, chikungunya, Zika, febbre gialla. “Assistiamo a una trasformazione continua, ma poco percepita, della presenza di agenti patogeni sul territorio nazionale – spiega il presidente Sima, Alessandro Miani –. Una trasformazione legata in modo diretto agli effetti del cambiamento climatico, che richiede una risposta coordinata e strutturale”.

La tropicalizzazione del rischio

Secondo i dati raccolti da Sima, tra il 2006 e il 2023 in Italia sono stati segnalati oltre 1.500 casi di dengue e più di 140 di chikungunya, per la maggior parte importati da Paesi a rischio. Ma il dato che preoccupa maggiormente riguarda i quasi 500 casi autoctoni: infezioni cioè contratte senza aver lasciato il territorio italiano. “È la zanzara tigre, ormai diffusa in tutte le regioni, a trasmettere questi virus – spiega Sima –. Le zone più vulnerabili sono le aree costiere e le periferie urbane, dove l’alta densità abitativa si combina alla presenza di ristagni d’acqua e ambienti favorevoli alla deposizione delle uova”. Un fenomeno che non riguarda solo l’Italia: secondo il report “Climate Change 2022” dell’IPCC, a livello globale il rischio di trasmissione di dengue, Zika, chikungunya e febbre gialla è aumentato del 30% nell’ultimo decennio. In Europa, i casi autoctoni di dengue sono cresciuti del 600% tra il 2010 e il 2022, passando da 10 a oltre 70 all’anno.

Prevenzione quotidiana e sorveglianza integrata

Contro questo tipo di minaccia non esistono soluzioni rapide, ma serve costruire una resilienza sanitaria diffusa, basata su sorveglianza entomologica e virologica, interventi ambientali mirati e, soprattutto, educazione alla prevenzione. “Eliminare i ristagni d’acqua, svuotare i sottovasi, coprire i bidoni, installare zanzariere e usare repellenti sono piccoli gesti che fanno la differenza – sottolinea Miani –. Ma serve anche una strategia istituzionale ampia, che integri salute umana, animale e ambientale”.

La risposta è One Health

La sfida è globale e complessa, ma non impossibile da affrontare. La chiave, secondo Sima, è l’approccio One Health, riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come il modello più efficace per prevenire le malattie emergenti e gestire le crisi sanitarie legate ai cambiamenti ambientali.  “Regolamentare l’uso dei pesticidi, migliorare il drenaggio urbano, investire nella progettazione di spazi verdi sicuri e avviare screening mirati per i viaggiatori provenienti da aree endemiche: tutte azioni necessarie per contenere il rischio, prima che diventi emergenza cronica”, conclude Miani.

Cosa possiamo fare: i consigli della Sima

  • evitare ristagni d’acqua in cortili, sottovasi, tombini e bidoni
  • installare zanzariere e utilizzare repellenti, soprattutto all’alba e al tramonto
  • monitorare sintomi sospetti dopo viaggi in zone a rischio (febbre, dolori muscolari, sfoghi cutanei)
  • informarsi su eventuali vaccini consigliati in caso di viaggi internazionali
  • collaborare con le autorità locali nelle campagne di disinfestazione e segnalazione focolai

 

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