Non importa se si è stonati, ciò che conta è cantare: intonare una melodia al proprio bambino può avere effetti sorprendenti sul suo benessere emotivo ed anche su quello dei genitori canterini. Lo dimostra uno studio pubblicato sulla rivista Child Development, condotto da un team internazionale di ricercatori delle Università di Yale, Amsterdam, Auckland, McGill e Princeton. La ricerca ha coinvolto 110 coppie genitore-neonato, con bambini di circa quattro mesi di età, suddivise in due gruppi: uno di intervento e uno di controllo. Per sei settimane, i genitori del gruppo di intervento hanno partecipato a un programma di arricchimento musicale, ricevendo video didattici con canzoni per bambini per incoraggiarli a cantare più frequentemente ai loro figli. Durante il periodo dello studio, i partecipanti hanno compilato questionari giornalieri tramite smartphone, riportando informazioni sull’umore del bambino e del genitore, sullo stress, sulla qualità del sonno e sull’uso della musica.
I risultati hanno mostrato che i bambini i cui genitori cantavano regolarmente presentavano un miglioramento significativo dell’umore e una riduzione dello stress. Anche i genitori hanno avuto dei benefici, con un aumento del benessere emotivo e una diminuzione dello stress quotidiano. Inoltre, è stato osservato che il canto favorisce il legame emotivo tra genitore e bambino, contribuendo allo sviluppo socio-emotivo del neonato. “Il nostro studio suggerisce che incoraggiare genitori e caregiver a cantare più frequentemente ai loro bambini può avere un impatto positivo e causale sull’umore dei neonati – affermano gli autori -. Il canto è una pratica universale: i genitori di quasi tutte le culture e nel corso della storia hanno usato intuitivamente il canto per calmare e stabilire un legame con i loro bambini. È facile da fare, non richiede attrezzature o formazione particolari ed è accessibile a tutti”, concludono.