La spondiloartrite assiale non ha al momento dei criteri diagnostici definiti. È questo il monito lanciato dagli esperti sulla rivista JAMA Journal of the American Medical Association in occasione del World AS Day, la Giornata Mondiale della Spondiloartrite Assiale (axSpA) che si celebra ogni anno il primo sabato di maggio. Si tratta di una condizione infiammatoria cronica, progressiva e immunomediata che coinvolge, principalmente, le articolazioni sacroiliache, la colonna vertebrale e le articolazioni periferiche come le ginocchia, le caviglie ecc. Il mal di schiena cronico infiammatorio, caratterizzato da un esordio graduale prima dei 45 anni, da una prolungata rigidità mattutina che migliora con l’esercizio fisico, peggiorando invece con il riposo, è il sintomo più comune della spondiloartrite assiale e colpisce più dell’80% delle persone affette dalla patologia. I pazienti affetti da spondiloartrite assiale possono anche presentare artrite infiammatoria nelle grandi articolazioni periferiche (più comunemente le ginocchia) in modo oligoarticolare e asimmetrico, un’infiammazione delle inserzioni tendinee (entesite), una malattia infiammatoria dell’occhio (uveite), la psoriasi e la malattia infiammatoria intestinale.
La diagnosi della patologia, spesso ritardata di 6-8 anni dall’inizio dei primi sintomi, si basa sull’anamnesi, sui risultati di laboratorio, su un livello elevato di proteina C-reattiva e sui reperti di imaging quali la sacroileite alla radiografia standard e alla risonanza magnetica. In passato, i trattamenti principali per combattere la spondiloartrite assiale erano la terapia fisica che comprende l’esercizio fisico e la fisioterapia insieme all’utilizzo dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Tuttavia, come svelato in un approfondimento pubblicato sulla rivista JAMA Journal of the American Medical Association, meno del 25% delle persone affette da spondiloartrite assiale ottiene un controllo completo dei sintomi con i FANS, mentre circa il 75% delle persone necessita di farmaci biologici o di agenti antireumatici sintetici modificanti per ridurre i sintomi e la progressione del danno strutturale, controllare l’infiammazione e migliorare la qualità di vita.
Anche compiti apparentemente semplici come legarsi i lacci delle scarpe, vestirsi e alzarsi dal letto possono diventare degli ostacoli significativi per i milioni di persone che in tutto il mondo sperimentano quotidianamente sulla propria pelle, il dolore e la mobilità limitata associati alla spondiloartrite assiale. Uno dei problemi principali legati a questa patologia riguarda la scarsa conoscenza che c’è tra l’opinione pubblica, con la maggior parte delle persone che non ha mai sentito parlare di spondiloartrite assiale. “In occasione delle celebrazioni dell’edizione 2025 del World AS Day con la campagna “Lace Up for axSpA” promossa dall’ASIF – Axial Spondyloarthritis International Federation puntiamo a sensibilizzare l’opinione pubblica sul peso invisibile della spondiloartrite assiale – commenta Antonella Celano, presidente APMARR – Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare APS ETS, una tra le 55 associazioni pazienti che fanno parte dell’ASIF – Axial Spondyloarthritis International Federation –. L’immagine delle stringhe delle scarpe allacciate simboleggia l’impegno attivo necessario per capire cosa significhi vivere con l’axSpA, illustrando così le sfide quotidiane affrontate da chi ne è affetto. Inoltre sosteniamo la necessità di una diagnosi precoce, di trattamenti migliori e di una migliore assistenza. Insieme, possiamo promuovere un cambiamento reale, creando un futuro in cui nessuno affronti, da solo, le sfide poste dalla diagnosi di spondiloartrite assiale, rendendo così la vita più facile e inclusiva per tutte le persone colpite da questa patologia”.
“La gestione della spondiloartrite assiale resta una sfida complessa. Serve una maggiore consapevolezza non solo tra i medici ma anche tra la popolazione generale, perché riconoscere i primi segnali della malattia può davvero fare la differenza. Ridurre i tempi di diagnosi e iniziare precocemente terapie adeguate significa preservare la funzionalità, migliorare la qualità di vita dei pazienti e rallentare la progressione della patologia”, sottolinea il Prof. Salvatore D’Angelo dell’Università degli Studi della Basilicata e Dirigente Medico dell’U.O.C di Reumatologia presso l’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza.
La spondiloartrite assiale è una condizione infiammatoria che può causare dolore cronico, rigidità e affaticamento, rendendo difficili anche i movimenti più semplici. Ecco, di seguito, un elenco di piccoli compiti quotidiani resi molto più complicati per chi soffre di axSpA:
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