Per il docente di Salute Globale alla Cattolica tanti i virus su cui dobbiamo vigilare, dal Marburg a Zika. Poi Elogia il modello Intersos adottato per portare i vaccini in zone di guerra come Nigeria e Yemen. Al Pandemic fund creato dal G20 arrivati oltre 850 progetti: «Potremo lavorare per rafforzare i sistemi sanitari dei paesi del sud del mondo anche se i fondi sono limitati»
«Vaccinare i fragili in via prioritaria. Un altro lockdown nazionale porterebbe al tracollo finanziario, l’Italia non può permetterselo»
Intervista a Stefano Vella dell’Università Cattolica di Roma: «Pandemia dichiarata colpevolmente in ritardo, ci siamo fidati della SARS. Testare tutti è impossibile, dobbiamo raggiungere una copertura immunitaria così grande da creare il deserto intorno al virus, attaccandolo con tutti gli strumenti possibili contemporaneamente in tutto il mondo»
Intervista all’infettivologo Stefano Vella: «Doveva finire la fase del terrore, non della paura. La paura in questi casi ci salva la vita»
Lo scienziato, ex presidente Aifa, non crede che il caldo aiuterà: «È solo una speranza, non abbiamo evidenze di questo». Poi spiega: «Servirà una rete di sorveglianza sul territorio basata sui medici di famiglia». E ribadisce: «Le mascherine servono, in alcuni Paesi hanno funzionato». L’unica speranza per Vella è «la scoperta di un vaccino che vada a stimolare la produzione di anticorpi neutralizzanti»
Alcuni degli oncologi più importanti d’Italia si sono dati appuntamento a Roma al convegno “Le terapie oncologiche agnostiche. La nuova frontiera nella lotta ai tumori”. Il Vice Ministro Sileri: «Queste terapie sono una vera rivoluzione nel trattamento dei pazienti oncologici laddove è dimostrata una alterazione genetica comune»
È quanto emerso durante i lavori del convegno “L’Europa e l’Italia nell’obiettivo dell’eradicazione dell’infezione da HCV”, svoltosi a Roma presso il Ministero della Salute. «Consiglierei ai medici di famiglia di far fare uno screening per l’Epatite C a tutti quei pazienti che hanno avuto dei fattori di rischio», sottolinea Adriano Pellicelli, direttore del Dipartimento Malattie del Fegato dell’Ospedale San Camillo di Roma
L’Istituto Superiore di Sanità ha ospitato il convegno dedicato alle applicazioni della nuova tecnologia nel mondo sanitario. Il direttore del Centro per la salute globale: «La blockchain è una cassaforte digitale di cui solo alcuni hanno il codice, utilizzabile per tracciabilità del farmaco, trial clinici e formazione ECM»
VIDEO INTERVISTA | L’ormai ex presidente dell’Agenzia del Farmaco a qualche giorno di distanza dalla sua irrevocabile lettera di addio ad una delle cariche più prestigiose e ambite della sanità italiana ha ritrovato il filo dei pensieri e accetta di parlare della sua esperienza in AIFA e delle prospettive dell’agenzia e della scelta delle dimissioni come di una pagina dolorosa da superare in fretta per tornare a dedicarsi alla ricerca.
L’oculista eletto in Sardegna per il partito di Salvini replica a quanti hanno polemizzato con la gestione sanitaria della vicenda e ricorda: «Perché nessuno si indigna per i cittadini che arrivano da noi medici piangendo perché non hanno soldi per medicine?». Poi promette l’impegno per la sanità della sua Regione: «Siamo passati da otto Asl a un unico Ats, peggioramento evidente. Ora invertire tendenza»
Dopo le dimissioni del presidente Stefano Vella e l’imminente scadenza del mandato dell’attuale Direttore generale Mario Melazzini, le associazioni di pazienti temono l’impossibilità di ottenere autorizzazioni necessarie per alcuni farmaci. Ma il ministero le tranquillizza
«Situazione deontologicamente incompatibile con mia permanenza come vertice». Così Stefano Vella in una lettera indirizzata al Ministro Grillo e tutte le autorità sanitarie regionali e nazionali
La nuova tecnologia ‘a blocchi’ protetta da sistemi crittografati garantisce una sicurezza persuasiva per i donatori. Stefano Vella, Presidente dell’Agenzia del Farmaco: «La rivoluzione è monitorare i fondi dalle mani dei benefattori a quelle dei beneficiari»
Convegno a Palazzo Borromeo sulla Sindrome della morte infantile improvvisa. La presidente dell’associazione Bonomi: «Fondamentale il sostegno psicologico genitore – genitore, il fatto di vedere che qualcuno ce l’ha fatta a sopravvivere a questo dolore sprona le famiglie a impegnarsi in un percorso di elaborazione del lutto efficace»
Numerosi studi epidemiologici dimostrano che chi ha un tenore di vita più alto ha un diverso accesso alle cure e una differente predisposizione alla prevenzione: «A Torino 4 anni di differenza nell’aspettativa di vita tra zone più ricche e meno abbienti»