“Affamare” i tumori e poi colpirli “riciclando” farmaci ben noti, a basso costo, utilizzati da anni per tutt’altri scopi, in grado di arrestare la crescita delle cellule tumorali, messe a “stecchetto” con brevi cicli di digiuno. Così i farmaci che, come le statine, impediscono la sintesi di colesterolo cruciale per soddisfare il bisogno di nutrienti delle cellule tumorali, combinati a brevi cicli di digiuno, potrebbero diventare una terapia “low cost” per combattere tumori difficili come quello al pancreas, il carcinoma del colon-retto e il melanoma. Lo dimostra una ricerca appena pubblicata sulla rivista Nature Communication da un team di ricercatori dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova
«Riduce gli effetti collaterali e aumenta l’effetto ipocolesterolemizzante rispetto alla monoterapia. È la risposta più corretta dal punto di vista farmacologico utilizzando meccanismi d’azione diversi e complementari»
Le associazioni precostituite di farmaci sono ben tollerate dai pazienti e migliorano l’aderenza terapeutica perché in una sola compressa vengono assunti due principi farmacologici
Tanti pazienti a rischio alto e molto alto non riescono a raggiungere i loro obiettivi terapeutici. Vediamo perché con Mario Arieti, cardiologo dell’ospedale Carlo Poma di Mantova
Le statine giocano un ruolo sostanziale nella gestione del colesterolo ma la terapia di combinazione con farmaci ipolipemizzanti rappresenta un’importante opzione terapeutica
Daiichi Sankyo ha presentato al Congresso AHA 2020 i risultati di due analisi aggregate che dimostrano che l’acido bempedoico ha ridotto significativamente il colesterolo LDL (C-LDL) alla settimana 12 nei partecipanti di ambo i sessi, con una maggiore riduzione del C-LDL nelle donne
Il professor Daniele Andreini del Centro Cardiologico Monzino di Milano: «Spesso pazienti in terapia con statine lamentano dolori muscolari e affaticamento e devono sospenderle. L’acido bempedoico è una nuova arma a disposizione»
Il professor Perrone Filardi (Università di Napoli Federico II): «C’è assolutamente spazio e necessità per un altro farmaco da somministrare per via orale in aggiunta o in sostituzione alle statine per i pazienti intolleranti o che non riescono a raggiungere i target raccomandati»