La recente insorgenza pandemica del Covid-19 ha mostrato, nei Paesi più colpiti quali l’Italia, l’importanza del sistema pubblico sanitario e della ricerca. Ciò, a dispetto della recente direzione verso il servizio privatizzato, o a prestazione, che aveva messo in dubbio l’efficacia del sistema di “welfare state”
«Auspichiamo un piano nazionale condiviso: come seconda “gamba” del SSN abbiamo il dovere morale e professionale di dare risposte puntuali» spiega Barbara Cittadini (Aiop). «Il nostro supporto si realizza secondo i piani ordinati dal Ministero della Salute per un periodo, per ora, di 60 giorni. Siamo tutti pronti a prolungarlo in caso di ulteriore necessità» afferma Padre Virginio Bebber (Aris)
VIDEO | 30mila dollari per un parto, 2500 per un braccio rotto, fino a 200mila dollari per un ciclo di chemioterapia. Sono alcuni esempi di quanto possa arrivare a costare la sanità negli Stati Uniti. Ma gli italiani si rendono conto della fortuna di avere un sistema sanitario pubblico e universale? Vediamo cosa ci hanno detto…
Piano nazionale di governo delle Liste di Attesa, Fava (Cittadinanzattiva): «Da aprile tutte le Regioni sono al lavoro per il recepimento della normativa. Poi, dovranno essere realizzati i piani aziendali. Per tutte le prestazioni del SSN ci saranno dei tempi massimi di attesa e i medici dovranno sempre indicare i codici di priorità»
Tempi di attesa medi nettamente maggiori per il SSN rispetto a quelli dell’offerta privata: 60 giorni nel pubblico, 9 nell’intramoenia, 7 nel privato e 39 per il privato convenzionato. Si arriva a quattro mesi di attesa per una colonscopia. Eccelle l’Emilia-Romagna, male le Marche. È ciò che emerge dal Rapporto promosso dalla Funzione Pubblica Cgil
Già vicepresidente nazionale, subentra a Gabriele Pelissero. Le prime parole: «Integrare pubblico e privato per dare una risposta compiuta alla domanda di salute dei cittadini. Il nuovo Governo dovrà tornare ad investire sul SSN oppure attuare una riforma strutturale di sistema»