«Studio ha dimostrato che 50 pazienti su 400 hanno potuto evitare il trattamento che era stato invece indicato dai medici», sottolinea Alberto Zambelli, oncologo dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. È l’unico test genomico validato per la sua capacità di previsione sia dei probabili vantaggi della chemioterapia sia del rischio di recidiva del tumore alla mammella in stadio precoce