Solo negli ultimi anni la ricerca clinica e biomedica ha cominciato ad approntare cure mirate alle specificità dei due sessi e ad includere le donne nelle sperimentazioni cliniche. La professoressa Patrizia Hrelia, ordinario di farmacologia e tossicologia presso l’Università di Bologna: «La medicina di genere supera l’approccio androcentrico che ha caratterizzato la ricerca fino alla fine degli anni ‘90»