In un verso o nell’altro sembra che tocchi sempre al correntista rimetterci. Questa volta è il turno di Deutsche Bank che in una recente intervista al quotidiano Bild, da una parte rassicura i suoi clienti spiegando che non applicherà tassi negativi sui depositi, ma dall’altra anticipa l’aumento dei costi di gestione dei conti corrente, ipotizzandolo anche per altri istituti. La motivazione dell’aumento? I costi derivanti dalla politica espansiva della Banca Centrale Europea, che negli ultimi mesi hanno portato i tassi di interesse in territorio negativo.
In un verso o nell’altro sembra che tocchi sempre al correntista rimetterci. Questa volta è il turno di Deutsche Bank che in una recente intervista al quotidiano Bild, da una parte rassicura i suoi clienti spiegando che non applicherà tassi negativi sui depositi, ma dall’altra anticipa l’aumento dei costi di gestione dei conti corrente, ipotizzandolo anche per altri istituti. La motivazione dell’aumento? I costi derivanti dalla politica espansiva della Banca Centrale Europea, che negli ultimi mesi hanno portato i tassi di interesse in territorio negativo.
Questo in sintesi quanto affermato da Christian Sewing, responsabile del retail banking di Deutsche Bank, sulle pagine del popolare quotidiano Bild. Sewing ha voluto rassicurare i correntisti della banca tedesca dopo le recenti dichiarazioni di una piccola banca bavarese, decisa a imporre un tasso negativo dello 0,40% sui depositi superiori ai 100mila euro, con l’intenzione di contenere i costi derivanti dalla politica accomodante della Bce sui tassi di interesse.
Oltre a fugare i dubbi sull’applicazione di tassi negativi, il manager è stato altrettanto esplicito sui costi di gestione dei conti correnti, spingendosi a pronosticarne l’aumento non soltanto per Deutsche Bank, ma anche per molte altre banche tedesche. L’istituto tedesco, infatti, non versa in condizioni di salute eccellenti e, se l’anno scorso ha accusato una perdita sanguinosa di 6,8 miliardi di euro, anche gli stress test condotti dall’Autorità Bancaria Europea nel mese di luglio non hanno dato esiti particolarmente positivi, circostanze che hanno spinto il management a non versare né dividendi né bonus agli azionisti.
La prospettiva di un aumento dei costi di gestione suggerisce al correntista una maggiore cautela in fase di stipulazione del contratto, soprattutto in considerazione di commissioni e spese non sempre esplicite, della capitalizzazione degli interessi (meglio nota come anatocismo) e del ricorso a pubblicità ingannevoli.
Insomma, al correntista non resta che aprire bene gli occhi e tenere sotto controllo tutte le spese e le commissioni, spesso implicite, che in alcuni casi configurano veri e propri casi di usura bancaria.