ECM: crediti, verifiche e sanzioni. A che punto siamo con il sistema di formazione continua dei medici

Luca Coletto (Presidente Agenas): «I nostri medici sono di altissimo livello, apprezzati e ricercati a livello mondiale. E questo è anche grazie alle nostre università e a tutte le strutture collaterali che hanno sempre avuto a cuore la preparazione dei nostri medici ed il sistema degli ECM»

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La fine della scuola di specializzazione o del corso di medicina generale non sancisce la fine della formazione dei medici. È fondamentale infatti che i camici bianchi siano costantemente formati e informati sugli sviluppi della medicina, le innovazioni tecnologiche e le novità diagnostiche e terapeutiche, per rispondere ai bisogni del paziente, alle esigenze del Servizio sanitario e al proprio sviluppo professionale. Per questo motivo tutti i medici, ogni triennio, sono obbligati a frequentare corsi, convegni, congressi e seminari e a conseguire 150 crediti ECM.

ECM è l’acronimo di Educazione Continua in Medicina. Ogni corso accreditato per il conseguimento dei crediti prevede un test finale di comprensione degli argomenti spiegati; una volta superato il test, si ottiene il numero di ECM previsto, che varia in base all’impegno richiesto e alla complessità del materiale. I corsi possono essere residenziali (a cui quindi si partecipa fisicamente) oppure FAD (Formazione A Distanza). Quest’ultima modalità, particolarmente comoda, semplice e innovativa, consente al medico di seguire corsi on line, inseriti su apposite piattaforme dei provider accreditati Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), quando ha più tempo da dedicare all’aggiornamento.

Come evidenziato recentemente dalla FNOMCeO (Federazione Nazionale Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri), «la partecipazione alle attività di Formazione Continua costituisce requisito indispensabile per svolgere attività professionale in qualità di dipendente o libero professionista». Un obbligo previsto dal Codice di Deontologia Medica, che impone agli Ordini la valutazione delle eventuali inadempienze. Inoltre, l’accordo sancito dalla Conferenza Stato-Regioni sulla “Formazione Continua nel settore Salute” prevede che OMCeO e FNOMCeO emanino i provvedimenti di competenza in caso di mancato assolvimento dell’obbligo. Chi non si aggiorna, quindi, viene richiamato dal proprio Ordine a mettersi in regola, ma rischia anche di dover pagare assicurazioni professionali più salate: il mancato aggiornamento ECM può infatti profilarsi come possibile elemento negativo, in caso di contenzioso, nell’accertamento della responsabilità professionale.

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Tuttavia, alla fine del triennio formativo 2014/2016 solo il 54% dei medici risultava in regola con l’obbligo formativo, tant’è che è stato concesso un anno di proroga a coloro che non avessero conseguito i 150 crediti per sanare fino al 50% del debito. La FNOMCeO ha comunicato che la verifica finale dei crediti per il triennio 2014-2016 non potrà avvenire prima del 31 dicembre 2018, termine entro il quale i professionisti avranno la possibilità di spostare a recupero i crediti maturati nell’anno solare 2017. La percentuale di medici in regola con gli ECM quindi sicuramente aumenterà. Ad ogni modo sono numeri, questi, che fanno ben sperare se paragonati con il triennio precedente: rispetto al 2011/2013, si è infatti aggiornato il 20% di medici in più.

Il Programma nazionale di ECM è stato avviato nel 2002, in base al D.Lgs 502/1992 integrato dal D.Lgs 229/1999 che avevano istituito l’obbligo della formazione continua per i professionisti della sanità. Dal 1 gennaio 2008, la gestione amministrativa del programma di ECM e il supporto alla Commissione Nazionale per la Formazione Continua sono in capo all’Agenas, attualmente presieduta da Luca Coletto: «Abbiamo sempre avuto a cuore il sistema degli ECM – ha dichiarato a Sanità Informazione – e l’aggiornamento delle professionalità dei medici. Va anche detto – prosegue – che i nostri medici sono di altissimo livello, apprezzati e ricercati a livello europeo e mondiale: del famoso fenomeno della fuga dei cervelli, ahimè, fanno parte anche molti medici italiani. E questo è dovuto alle nostre università e a tutte le strutture collaterali che hanno sempre avuto a cuore la preparazione dei nostri medici».

Insomma, il percorso formativo dei medici è lungo, complesso, faticoso e spesso ricco di ostacoli, ma forse è anche per la loro professionalità e formazione che il Servizio Sanitario Nazionale è considerato da molti tra i migliori al mondo, no?

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