Il presidente dell’Ordine dei Medici di Alessandria: «In tutti i Paesi europei la Medicina generale è considerata una specialità. Giusto equiparare i due percorsi formativi»
Disparità di trattamento economico, fiscale e assicurativo durante tutto il percorso di formazione post-laurea. È la denuncia dei medici di Medicina generale, che si sentono considerati professionisti di serie B rispetto ai loro colleghi specialisti.
Da qui nasce la campagna social #6StatoDiscriminato lanciata da Consulcesi, che diventa un’iniziativa itinerante che avrà luogo in tutta Italia. Prima tappa Alessandria dove, nella sede locale dell’OMCeO, i medici di Medicina Generale hanno potuto informarsi sui loro diritti, soprattutto in merito alla disuguaglianza tra la loro borsa di studio e quella percepita dai medici in formazione specialistica a partire dall’anno 2006/2007, e su come poter chiedere un risarcimento a titolo forfettario che può arrivare fino a 50mila euro per ogni anno di formazione post-laurea.
«Se non si provvede a porre fine a questa situazione, credo che i medici di Medicina generale facciano bene a fare ricorso – commenta Mauro Cappelletti, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Alessandria -. In tutti i Paesi europei la Medicina generale è considerata di fatto una specialità. In Italia non siamo mai arrivati purtroppo a definirla come negli altri Paesi. Basta andare al Congresso mondiale dei medici di famiglia, lo WONCA, per vedere che altrove dirigono anche cattedre universitarie. Quindi è giusto che queste due professioni si equiparino, anche la Medicina generale è una specialità».
La disparità di trattamento tra chi frequenta corsi di Medicina Generale e chi opta per i corsi di specializzazione medica è evidente: i primi guadagnano 11mila euro all’anno e sono considerati fonte di reddito; mentre la remunerazione degli specialisti varia tra i 25mila e i 27mila euro consistenti in borse di studio, quindi non tassate. Inoltre, i medici di Medicina Generale non godono delle tutele previste dai normali rapporti lavorativi come ad esempio la gravidanza, mentre agli specializzandi spettano i contributi previdenziali e la stipula di un’assicurazione.
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