Sono 81 le procedure di infrazione attualmente aperte dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia a causa della violazione del diritto comunitario. Procedimenti che, dal 2012, sono costati al nostro Paese 547 milioni di euro. Discariche abusive, trattamento delle acque reflue, Xylella e I’annosa vicenda degli ex specializzandi sono solo alcuni esempi di direttive europee non rispettate. Sono questi i dati emersi dallo studio condotto dall’università Luiss Guido Carli in collaborazione con Sanità Informazione e che sono stati approfonditi nel corso di alta formazione “Inadempimento di direttive comunitarie e obblighi risarcitori dello Stato nell’ambito sanitario” organizzato dall’università romana
Sono 81 i procedimenti attualmente aperti dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia. Consulcesi apre nuova sede a Bruxelles: «Scendiamo in campo in favore di chiunque sia stato danneggiato da questo tipo di inosservanza. Rafforziamo la presenza nella “Capitale d’Europa”»
Discariche abusive, trattamento acque reflue, Xylella e Ilva: solo alcuni esempi di direttive europee non rispettate dall’Italia e che, complessivamente, dal 2012 ad oggi ci costano 547 milioni di euro. I dati emersi dallo studio condotto dall’università Luiss Guido Carli in collaborazione con Sanità Informazione
«L’Italia inadempiente su molte direttive comunitarie. Realtà di assistenza legale potranno avere terreno fertile nel quale cimentarsi per far valere i diritti dei cittadini»
Il professore di Diritto amministrativo dell’università romana: «Ben vengano soluzioni come l’accordo transattivo per gli ex specializzandi che portino risorse al Servizio sanitario nazionale»