Salute, benessere e prevenzione i consigli quotidiani per vivere meglio.

Ricerca 24 Settembre 2018

Alessitimia: quando l’emozione non ha voce. Cos’è e come si manifesta

Freddi, scostanti, poco empatici e molto concreti. Con una vita normale, apparentemente “equilibrata”. Ecco l’identikit di un paziente alessitimico, una persona che ha un’estrema difficoltà nel percepire, esprimere e riconoscere le proprie emozioni. L’alessitimia è un disturbo della regolazione affettiva e, per questo, un fattore di rischio predisponente all’insorgenza di tanti disturbi psichiatrici maggiori. Il […]

Freddi, scostanti, poco empatici e molto concreti. Con una vita normale, apparentemente “equilibrata”. Ecco l’identikit di un paziente alessitimico, una persona che ha un’estrema difficoltà nel percepire, esprimere e riconoscere le proprie emozioni.

L’alessitimia è un disturbo della regolazione affettiva e, per questo, un fattore di rischio predisponente all’insorgenza di tanti disturbi psichiatrici maggiori. Il paziente perde il contatto con la propria vita emotiva, raramente si entusiasma o mostra un vivo interesse per qualcosa; spesso, conduce una vita piatta e con pochi stimoli.

Ai pazienti alessitimici il dottor Domenico De Berardispsichiatra e psicoterapeuta presso l’ospedale di Teramo – consiglia un’efficace terapia cognitivo-comportamentale.

Dottore, che cos’è l’alessitimia?

«L’alessitimia è classificabile come un disturbo della regolazione affettiva le cui caratteristiche primariamente risiedono nell’incapacità di identificare e descrivere le proprie emozioni e questa incapacità si traduce poi in uno stile cognitivo molto concreto. Infatti, si tratta di persone molto concrete, con scarsa capacità empatica poco capaci di fare fantasie, fantasticare o avere un mondo interno. Questo è un fattore predisponente di un sacco di disturbi psichiatrici ma non solo: originariamente, l’alessitimia veniva studiata in psicosomatica perché si vedeva che i soggetti alessitimici manifestavano sintomi a carico dell’apparato intestinale e poi si è visto che, in realtà, è un tratto di personalità transnosografico e un fattore di rischio predisponente all’insorgenza di tanti disturbi psichiatrici maggiori, quasi tutti, nella mia esperienza clinica.

Qual è la terapia più indicata per chi ne soffre?

«In questa situazione, gli approcci farmacologici sono per lo più fallimentari: la terapia più indicata è quella di tipo cognitivo-comportamentale, anche di gruppo. L’importante è che il terapeuta preveda quattro o cinque sessioni focalizzate esclusivamente sulle emozioni».

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Giornata Mondiale dell’Obesità, Benini (FAND): “Attenzione alla Diabesità”

Per la Giornata Mondiale dell'Obesità 2024 sono molte le iniziative promosse, in Italia, in Europa e nel Mondo dalle organizzazioni contro l'obesità, gli operatori sanitari e le persone ...
Advocacy e Associazioni

Disturbi spettro autistico. Associazioni e Società Scientifiche scrivono al Ministro Schillaci

Nella lettera si sottolinea come sia "indispensabile affrontare le criticità più volte evidenziate da operatori e famiglie nell’ambito di tutti i disturbi del neurosviluppo, quale ...
Advocacy e Associazioni

Giornata Mondiale dell’Obesità: un’epidemia con 800 milioni di malati

Presentate le iniziative italiane della World Obesity Day che ricorre il 4 marzo. Nel nostro Paese le persone con obesità sono l’11,4 per cento della popolazione e oltre 21 milioni di ita...
di I.F.