Salute 24 Agosto 2020 10:27

Partita allo Spallanzani la sperimentazione sull’uomo del vaccino italiano anti-Covid

Allo Spallanzani inoculata in una volontaria la prima dose: è una donna di 50 anni. Si dà così inizio alla fase clinica I del vaccino italiano. Il direttore sanitario Vaia: «Il nostro auspicio è che sia prodotto in primavera»

Partita allo Spallanzani la sperimentazione sull’uomo del vaccino italiano anti-Covid

Questa mattina, alle 8.32, la prima dose del vaccino italiano contro Covid-19, sviluppato dallo staff dell’Inmi Spallanzani di Roma, è stata inoculata in un volontario. Si è dato così ufficialmente inizio alle fase clinica I della sperimentazione nostrana. Se gli step successivi dovessero avere successo, le prime dosi potrebbero essere disponibili in primavera.

Questa fase punta a verificare se la dose del vaccino, così com’è preparata, dà effetti collaterali al paziente. Inoltre, serve a capire se è classificabile come “immunogenica“, ovvero se è capace di avviare nell’organismo umano la creazione di anticorpi neutralizzanti. In grado cioè di bloccare la replicazione virale di Covid-19. I volontari saranno 90, divisi in due gruppi di età: metà tra i 18 e i 55 e l’altra metà over 65.

Il vaccino GRAd-COV2 utilizza la tecnologia del “vettore adenovirale non-replicativo”, ovvero incapace di produrre infezione nell’uomo. Il vettore virale agisce come un minuscolo “cavallo di Troia”, che induce transitoriamente l’espressione della proteina spike (S) nelle cellule umane. Questa proteina è la “chiave” attraverso la quale il coronavirus, legandosi ai recettori ACE2 presenti all’esterno delle cellule polmonari, riesce a penetrare ed a replicarsi all’interno dell’organismo umano. La presenza della proteina estranea innesca la risposta del sistema immunitario contro il virus.

ReiThera Srl, società con sede a Castel Romano, ideatrice del vaccino, è stata costituita nel 2014 da un gruppo di ricercatori italiani che avevano ideato l’utilizzo dell’adenovirus dello scimpanzé come “navicella” su cui innestare il materiale genetico necessario per realizzare vaccini contro malattie infettive come Epatite C, malaria, virus respiratorio sinciziale, ed Ebola.

VAIA: «VACCINO SPALLANZANI PRONTO IN PRIMAVERA»

«A noi interessa che il vaccino sia efficace. Se tutto avviene nei tempi programmati, il nostro auspicio è che sia prodotto in primavera» ha spiegato il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia. «Il primo volontario a cui stamattina è stata inoculata la dose di vaccino verrà tenuto in osservazione per 4 ore da una équipe, poi tornerà a casa e verrà monitorato per 12 settimane – ha aggiunto -. Mercoledì proseguiremo con altri due volontari e così a seguire tutti gli altri fino a 24 settimane». La seconda e terza fase saranno poi probabilmente spostate in America Latina, dove «il virus è in crescita» e sarà più facile trovare l’ambiente richiesto.

IPPOLITO: «GIOCARE SUI TEMPI DEL VACCINO NON UTILE»

Anche il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito, ha ribadito la necessità di almeno «24 settimane per completare la fase I» del vaccino. Tempi tecnici e assolutamente necessari, ha tenuto a ribadire. «Giocare sui tempi e ridurre la sperimentazione non è utile. L’Italia con questo vaccino entra da protagonista nella guerra dei vaccini, non per arrivare prima ma per arrivare meglio e mettere il Paese in un sistema di parità», sono state le parole di Ippolito.

«Perché avere un vaccino italiano significa non essere schiavi e servi di altri Paesi che diranno “io prima”», ha proseguito, garantendo la scrupolosità del progetto targato Spallanzani.

LA PRIMA VOLONTARIA È UNA DONNA DI 50 ANNI

«Sono emozionata e orgogliosa. Spero di poter essere utile al nostro popolo», sarebbero state queste le prime parole della volontaria cui la prima dose del vaccino è stata inoculata. Altri 90 seguiranno l’iter della donna nelle prossime settimane. «Mi auguro – ha aggiunto la 50enne – che la mia disponibilità potrà essere d’aiuto per salvare vite e che le persone siano sempre più responsabili per non mettere a rischio se stessi e gli altri».

SPERANZA: «INTELLIGENZE ITALIANE AL SERVIZIO DELLA SFIDA»

Soddisfazione anche dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Espressa tramite un post sulla sua pagina Facebook. «Una notizia importante – scrive – oggi è iniziata la sperimentazione sull’uomo del vaccino italiano. Le intelligenze e la ricerca del nostro Paese sono al servizio della sfida mondiale per sconfiggere il Covid».

Articoli correlati
Origini Sars-Cov-2, Galli e Ciccozzi: «Improbabile fuga da laboratorio». Ippolito: «Non si può escludere ma servono dati»
Alla Camera il dibattito tra esperti nel corso delle audizioni per l’istituzione della Commissione d’inchiesta sulle cause dello scoppio della pandemia di Sars-CoV-2 con un focus sul comportamento delle autorità cinesi. Al Nord Italia due varianti già a febbraio 2020
Vaccini, Ippolito (Cts): «Rischi Covid maggiori di ipotetici eventi avversi. Tanto basta per decisioni razionali»
Dalle rare reazioni avverse di AstraZeneca e Johnson&Johnson ai dubbi sulla seconda dose, le risposte del direttore scientifico dello Spallanzani e membro del Cts Giuseppe Ippolito
di Peter D'Angelo
«Monoclonali servono a poco per pazienti ospedalizzati, parli la scienza». Intervista al prof. Ippolito sullo stato della pandemia
Con il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito, parliamo di vaccini e anticorpi monoclonali. L'immunità di gregge arriverà? Quel che è certo è che non sarà il Covid a sparire, ma si trasformerà probabilmente in un "normale" raffreddore
Vaccino Covid, Rezza: «Per ora non ai bambini. Pfizer funziona contro forme gravi»
Una conversazione con Ippolito e Rezza al Forum Risk Management della Sanità 2020 sul vaccino Pfizer in arrivo e sul futuro della prevenzione in Italia. Quando arriverà il turno dei giovani? Ci sono dei rischi?
Che cosa abbiamo imparato dalla pandemia secondo il Presidente ISS Brusaferro
Intervenuto al Forum Risk Management in Sanità, il Presidente dell'Istituto Superiore di Sanità spiega come è stato gestito il rischio coronavirus. Ippolito (Spallanzani): «Servono forte gestione centrale e una Rete nazionale malattie infettive»
di Tommaso Caldarelli
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Advocacy e Associazioni

Oncologia, Iannelli (FAVO): “Anche i malati di cancro finiscono in lista di attesa”

Il Segretario Generale Favo: “Da qualche anno le attese per i malati oncologici sono sempre più lunghe. E la colpa non è della pandemia: quelli con cui i pazienti oncologici si sco...