Salute 6 Dicembre 2019 16:00

Napoli, l’ospedale Cardarelli annuncia l’inizio di una nuova era: «A breve un piano per gestire il sovraffollamento»

Dopo il caso “barelle” il direttivo promette un cambio di rotta. Intervista al dg Giuseppe Longo e al direttore sanitario Giuseppe Russo: «Formazione sempre in primo piano»

Napoli, l’ospedale Cardarelli annuncia l’inizio di una nuova era: «A breve un piano per gestire il sovraffollamento»

Quasi centomila accessi all’anno, 300 al giorno in Pronto Soccorso, 850 posti letto. L’ospedale Antonio Cardarelli a Napoli è un’(affollatissima) istituzione. Attivo dal 1943, primo centro a livello nazionale per la cura dei grandi ustionati e sede di numerosi reparti di eccellenza, sono ben pochi i cittadini partenopei che nel corso della vita non hanno varcato almeno una volta, a vario titolo, le sue porte. L’ospedale, il più grande di tutto il Sud Italia, è diventato più e più volte un simbolo delle sorti alterne con cui nel corso dei decenni è stato amministrato il comparto sanitario regionale. Oggi siamo in una fase, tuttavia, che potrebbe segnare una decisa inversione di tendenza. All’indomani della buona notizia sulla fine del Commissariamento della sanità in Campania, il nuovo direttivo del nosocomio promette di guidare finalmente la barca in porto. Sanità Informazione, dopo il ciclico clamore mediatico delle “barelle”, ha indagato sulle cause, sulle possibili soluzioni e prospettive per il futuro dell’ospedale. La ricetta per il cambiamento? «Vietato autoassolversi. Viceversa, passare al setaccio, attraverso un’accurata revisione, tutti gli aspetti che possono, e devono, essere migliorati». Parola del nuovo direttore generale del nosocomio, Giuseppe Longo, ai nostri microfoni insieme al direttore sanitario, Giuseppe Russo.

Le criticità che da sempre si attribuiscono al Cardarelli si fondano su aspetti talvolta slegati dalla gestione…

«Sono criticità legate al ruolo e al significato che questa grande azienda ospedaliera riveste sul territorio – spiega Longo – . Parliamo di 850 posti letto, occupati per il 120%. Questo dato ci dice che il numero di accessi e di richieste di ricovero è largamente superiore alle sue effettive capacità. Per poter accogliere tutte le richieste di ricovero abbiamo dovuto richiedere dei posti letto “tecnici”, comunemente dette barelle. La barella non è altro che una modalità per garantire assistenza alle persone che si rivolgono al nostro ospedale. Se esaminiamo poi gli accessi in Pronto Soccorso – continua Longo – notiamo che questo ospedale viaggia su 90mila accessi ogni anno, con picchi fino a 300 persone al giorno, con una media di 65 ricoverati poi in emergenza urgenza, a cui bisogna ovviamente sommare la quota dei ricoveri programmati. E’ facile comprendere come l’ospedale debba rispondere in maniera pronta ed efficiente a questa domanda sanitaria massiva».

Quali sono le strategie attuabili sul breve, medio e lungo periodo per far fronte in maniera adeguata a queste criticità?

«A breve – rivela il dg – sarà ufficializzato un Piano di azione per fronteggiare l’iperafflusso. Fondamentale è innanzitutto, individuare gli ostacoli, i punti di caduta e gli eventuali intoppi nei processi interni, per portare avanti un programma di miglioramento sostanziale».

La formazione e l’aggiornamento del personale sanitario giocano un ruolo importante all’interno del Cardarelli?

«La formazione nel nostro ospedale riveste un ruolo fondamentale – afferma il direttore sanitario Giuseppe Russo – e tutte le energie che mettiamo in campo sono votate non solo all’aspetto terapeutico e diagnostico, ma anche a momenti di incontro e confronto che permettono di implementare l’aspetto formativo e coinvolgere tutti gli attori interessati, nell’ottica di una sinergia professionale che dia le migliori risposte di salute possibili alla comunità».

Il Cardarelli resta un centro di eccellenza sanitaria importantissimo non solo per il Meridione ma per tutto il Paese. Quanto è importante investire affinchè la popolazione ne sia consapevole?

E’ assolutamente essenziale – afferma il direttore generale Longo – . All’interno del Cardarelli ci sono una serie di attività uniche a livello regionale. Penso ad esempio al Centro grandi ustionati e al Centro antiveleni, ma anche ad attività sulle quali siamo punti di riferimento per le pratiche che vi vengono garantite. E’ bene menzionare l’eccellenza di tutte le realtà presenti nella nostra struttura, dall’emergenza urgenza ai reparti specializzati. Sulle reti tempo dipendenti, ad esempio, come l’infarto, siamo tra i primi a livello nazionale per il numero di casi trattati, o come l’ictus, per il quale siamo l’unico centro h24 di tutta la provincia di Napoli e Caserta, per un bacino di circa 4 milioni di abitanti, o ancora sul grande trauma, per il quale siamo l’hub più rilevante della regione. Ecco perchè – conclude Longo – il ruolo e l’importanza dei centri assistenziali del Cardarelli sono direttamente proporzionali all’afflusso enorme di pazienti».

 

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