Salute 24 Febbraio 2017 12:44

Da Lampedusa a Hollywood «Salute e accoglienza dei migranti sono il grande tema del nostro presente»

I medici italiani fanno il tifo per Pietro Bartolo. Fuocoammare e il medico simbolo di Lampedusa protagonisti nella notte degli Oscar con il documentario di Gianfranco Rosi: «Il messaggio del film deve scuotere gli animi di chi può davvero fare qualcosa»

Da Lampedusa a Hollywood «Salute e accoglienza dei migranti sono il grande tema del nostro presente»

«Per me e’ stata una grande notizia, mi ha emozionato tantissimo. E’ una grande vittoria, sono felice, perché esprime tutto quello che ho cercato in questi 25 anni di attività, quale medico tra i migranti». Lo dichiara all’Agi, il medico simbolo di Lampedusa e della tragedia degli sbarchi, Pietro Bartolo protagonista del documentario Fuocoammare di Gianfranco Rosi, in lizza per la statuetta più importante al mondo. «Grazie a un film siamo riusciti a portate un messaggio forte in Europa, dopo l’Orso d’oro di Berlino, e adesso speriamo in tutto il mondo con questa nomination».

«Con la nomination all’Oscar di Fuocoammare il tema delle migrazioni, partendo dal nostro Mediterraneo, può finalmente ricevere la giusta attenzione e, con gli strumenti e le competenze adatte, divenire parte integrante della formazione professionale di tutto il personale sanitario internazionale». Lo dichiara Consulcesi Group che sta sostenendo, insieme ad altre prestigiose realtà italiane e internazionali, la corsa all’Oscar della pellicola in concorso per la categoria documentari e “fa il tifo” insieme a tutta la classe medica – a partire dagli oltre 100mila camici bianchi suoi iscritti – per il dottor Pietro Bartolo, che insieme al regista Gianfranco Rosi sarà protagonista della Notte degli Oscar 2017.

Il medico simbolo di Lampedusa, protagonista del docu-film, è anche tra i principali docenti del progetto “Sanità di Frontiera”, come scrive l’Ansa.it,  si tratta del primo corso di Educazione Continua in Medicina “Salute e migrazione: curare le persone oltre i confini”, accreditato dal Provider ECM 2506 Sanità in-Formazione e promosso sull’isola proprio dall’Associazione OIS – Osservatorio Internazionale per la Salute Onlus grazie al sostegno di Consulcesi Onlus.

«Condividiamo appieno la soddisfazione e l’entusiasmo del dottor Bartolo e siamo convinti, al suo pari, che il messaggio del documentario, arrivato ora anche dall’altra parte del Mediterraneo, possa veramente scuotere gli animi e le coscienze di chi davvero può fare qualcosa, mettendo fine alle morti a cui ancora oggi si deve assistere. Nel frattempo, però, continua ad essere fondamentale portare avanti i progetti legati all’accoglienza e alla salute dei migranti», è il commento di Consulcesi Group, che richiama il prezioso contributo dell’Associazione OIS – Osservatorio Internazionale per la Salute Onlus, sempre più intenta ad ampliare e arricchire la rete del progetto “Sanità di Frontiera”.

L’iniziativa umanitaria e didattica, partita nel dicembre scorso a Lampedusa, e che sarà replicata in altre sedi in Italia e all’estero, prevede corsi riservati ai medici tenuti dallo stesso Pietro Bartolo insieme ad esperti di Istituto Superiore di Sanità, OMS e OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), Marina Militare, MSF-Medici Senza Frontiere, Emergency, ASP6 di Palermo, l’Assessorato Salute e il Dipartimento per le Attività Sanitarie e l’Osservatorio Epidemiologico della Regione Sicilia, UNHCR, Croce Rossa Italiana, SIMM (Società Italiana Medicina delle Migrazioni), INMP, Save the Children e molti altri soggetti e istituzioni.

«Si tratta di un progetto di assoluto rilievo – spiega il dottor Pietro Bartolo, che è anche componente del Comitato Scientifico di OIS – grazie al quale si sta cercando di formare i sanitari che si approcciano al fenomeno delle migrazioni nella maniera più corretta con competenza e puntualità». Attraverso questo progetto, come riportato dal Corriere della Sera, medici, docenti e discenti, si confrontano scambiandosi esperienze, competenze e best practice sul tema dell’immigrazione.

«La nomination agli Oscar di “Fuocoammare” – conclude Consulcesi – rappresenta, dunque, un’ottima maniera per accendere i riflettori della comunità mondiale sull’immigrazione in un 2017 che sarà decisivo anche per il progetto Sanità di Frontiera».

A tal proposito, oltre a replicare il corso tenuto a Lampedusa, a fianco alle numerose iniziative già in cantiere, ci sono altri importanti obiettivi che l’Associazione OIS – Osservatorio Internazionale per la Salute Onlus intende raggiungere nei prossimi mesi. Colmando il vuoto oggi esistente in Europa relativamente all’offerta formativa per gli operatori sanitari che si occupano di migrazione, si punta ad accrescere, attraverso una scuola di alta formazione che vede protagonista anche il dottor Bartolo, quelle competenze specifiche sempre più richieste in questo ambito. Un’altra questione affrontata dal Progetto è quella della creazione di una Cartella Sanitaria Unica del Migrante che registri il livello di salute delle persone che arrivano sulle coste italiane, nonché le diagnosi effettuate e le terapie prescritte e seguite dal migrante all’atto dello sbarco nonché in tutte le successive tappe del suo viaggio, fra i vari centri di accoglienza e le diverse Regioni ospitanti. Altri punti centrali sono, inoltre, la realizzazione di una casa famiglia per minori non accompagnati e un servizio di Unità Mobili per prestare assistenza sanitaria ai migranti in fase di sbarco e prima accoglienza, attraverso il personale formato dal Progetto Sanità di Frontiera.

Per sostenere il progetto è possibile effettuare una donazione a Consulcesi Onlus:

BANCA: BPA – ASSOCIAZIONE CONSULCESI ONLUS
IBAN: IT 60 D 03111 03249 0000 0000 2717
CODICE SWIFT: BPAMIT31

 Nel caso di medici disposti a dare un contributo direttamente sul campo è possibile scrivere a info@consulcesionlus.it

Articoli correlati
Sanità di frontiera istituisce un fondo donazioni per l’Ucraina
C'è bisogno di aiuto in Ucraina: servono medicinali e dispositivi medici e servono con urgenza
Dare voce (e salute) agli “invisibili”. L’impegno di Sanità di Frontiera per accogliere i nuovi bisogni di chi vive ai margini
D’Amato (Assessore Salute Lazio): «Implementare sinergie sul territorio tra enti sanitari e sociali. Nessuno venga escluso dal diritto alla salute»
Fondazione Tim accanto a Sanità di Frontiera per aiutare giovani in difficoltà
Una donazione per sostenere le attività dei nuovi centri con l’obiettivo di favorire l’inclusione sociale in due quartieri della Capitale: San Lorenzo e Ostiense
Castel Romano, Sanità di Frontiera: «Situazione sotto controllo, noi impegnati sul campo»
«Le notizie diffuse in questi giorni sul Campo di Castel Romano, così come evidenziato dalla Asl Rm2, sono del tutto infondate. Sanità di Frontiera opera in quel campo da molto tempo, insieme alla Comunità di Sant’Egidio, per garantire l’assistenza socio-sanitaria alle persone Rom. Su 300 tamponi effettuati, soltanto 12 hanno dato esito positivo. La situazione […]
Migranti e salute, presentata l’edizione 2020 del Corriere della Salute di Sanità di Frontiera
Siamo davvero invasi dai migranti? Chi viene nel nostro Paese ci ruba il lavoro? Sono dei privilegiati e hanno accesso a servizi preclusi, invece, agli italiani? Sono queste alcune delle domande a cui l’edizione 2020 de “Il Corriere della Salute di tutti”, la rivista di Sanità di Frontiera, intende dare una risposta
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Advocacy e Associazioni

Oncologia, Iannelli (FAVO): “Anche i malati di cancro finiscono in lista di attesa”

Il Segretario Generale Favo: “Da qualche anno le attese per i malati oncologici sono sempre più lunghe. E la colpa non è della pandemia: quelli con cui i pazienti oncologici si sco...