Salute 23 Gennaio 2018 12:40

Rivoluzionare l’odontoiatria pubblica, abolizione di ticket e liste d’attesa: la sfida di Federico Gelli è “Curare tutti”

Nel libro del responsabile sanità del Partito Democratico una riflessione a 360 gradi sul diritto alla salute, a partire dal rapporto medico-paziente. Tra le proposte anche quella sulla messa in sicurezza degli ospedali

Rivoluzionare l’odontoiatria pubblica, abolizione di ticket e liste d’attesa: la sfida di Federico Gelli è “Curare tutti”

Parte con una poetica descrizione dell’utopia dello scrittore uruguaiano Eduardo Galeano e termina con un racconto che ha per protagonista Nick Carter, personaggio frutto del genio del celebre fumettista Guido De Maria. All’interno i più importanti e attuali temi di sanità, dai ticket agli ospedali, dalle liste d’attesa alle cure odontoiatriche. C’è tutto questo nel libro di Federico Gelli, medico, deputato e responsabile Pd per la Sanità, intitolato “Curare tutti. Dieci sfide per il diritto alla salute” (Edizioni Clichy), intervistato da Vladimiro Frulletti. Una pubblicazione dal titolo ambizioso che si propone di lanciare alcune proposte in tema di sanità e salute che saranno al centro del dibattito elettorale e della prossima legislatura. A cominciare dal superamento graduale dei ticket, che, assicura Gelli, «non risolvono i problemi di finanza pubblica e nello stesso tempo creano delle disparità nel sistema», per passare poi al tema della messa in sicurezza degli edifici ospedalieri: «in Italia – ricorda Gelli – solo l’8% di tutti gli edifici ospedalieri è stato progettato a partire dal 1983, quindi la stragrande maggioranza risale a periodi antecedenti all’adozione della normativa antisismica». Una riflessione sulla sanità italiana a 360 gradi, che porta Gelli a riflettere anche sul mutato rapporto medico-paziente, oggi sempre più viziato dal ricorso massiccio a quello che lui definisce il «dottor Google», con pazienti sempre più informati (spesso male) che spesso tendono a credere più a quanto letto sul web che al proprio medico di fiducia. Un cambiamento che dovrebbe spingere i medici, per vincere la crescente diffidenza, «a prestare attenzione alle emozioni dei propri pazienti, sostenendoli nella conoscenza della malattia e della terapia prescritta».

Onorevole Gelli, il titolo del libro è “Curare tutti. Dieci sfide per il diritto alla salute”. Quali di queste 10 sfide non possono mancare nel programma del Pd in vista delle elezioni?

«Sono tutte importanti. Sicuramente alcune di queste proposte in parte sono state già realizzate, come quella che riguarda il rapporto medico-paziente, una rinnovata alleanza terapeutica, uno degli argomenti più importanti che in questa legislatura ha visto l’approvazione di due leggi importanti: la legge che porta il mio nome e la legge sul testamento biologico che hanno prodotto sicuramente dei cambiamenti e delle novità fondamentali. Però ci sono delle sfide che hanno bisogno di un impegno notevole, considerevole. Una su tutte è il tema delle liste d’attesa che è uno degli argomenti più sentiti nel nostro Paese. Molti cittadini si lamentano proprio per la difficoltà di accedere al sistema: una volta superato questo scoglio, spesso con tante differenze da regione a regione, il cittadino è abbastanza soddisfatto per la qualità del servizio e dell’assistenza. La priorità è quindi rilanciare un piano nazionale di abbattimento delle liste d’attesa mutuando i migliori modelli che hanno ottenuto risultati straordinari, abbattendo il muro dei mesi di attesa. Nel libro cerco di spiegare come fare e quali potrebbero essere e quali misure si potrebbero adottare. Un altro argomento che ritengo importante è quello dell’odontoiatria pubblica. L’assistenza odontoiatrica è la grande assente del nostro sistema universale, equo e solidale. Non garantire alle persone un’assistenza odontoiatrica vuol dire dimenticarsi di un pezzo importante del diritto alla salute. Lancio delle idee, delle proposte che vedono da una parte un lancio dell’odontoiatria pubblica soprattutto per quelle categorie sociali che con le proprie risorse non possono permettersi questo servizio, dall’altra ipotizzo anche un rapporto con le strutture private che potrebbero avere l’interesse a lavorare in collaborazione e in convenzione con il Sistema pubblico. Insomma cercare di dare una soluzione a milioni e milioni di cittadini che per motivi economici hanno sostanzialmente deciso di rinunciare a questo tipo di cure».

Nel libro si parla anche di ticket. Qual è la sua proposta?

«Anche questo è un argomento importante. In questi anni nei governi di destra e sinistra si è pensato ai ticket inizialmente come un meccanismo regolatorio per limitare l’inappropriatezza delle prestazioni. In realtà è diventata una tassa esosa, una tassa sulla salute. Se tutte le tasse sono particolarmente odiose, questa è sicuramente la più odiosa di tutte perché la paga solo chi è malato. Credo che noi dobbiamo, così come abbiamo iniziato a fare in piccola parte, procedere alla riduzione del superticket, arrivare con gradualità all’eliminazione dei ticket perché obiettivamente non risolvono i problemi di finanza pubblica e nello stesso tempo creano delle disparità nel sistema. C’è però un’altra sfida che io ritengo importante ed è quello della messa in sicurezza dei nostri ospedali. Nel libro vengono citati numeri ed esempi. Abbiamo diverse centinaia, tre-quattrocento ospedali nel nostro Paese che non sono a norma sismica. Se giustamente abbiamo fatto un piano straordinario per la scuola, per la messa in sicurezza delle aule, io credo che anche gli ospedali non siano da meno rispetto a questa graduatoria dei problemi. Poi negli ospedali c’è un fenomeno che si chiama obsolescenza, la capacità purtroppo di non essere rapidamente più idonei per le tecnologie, per i modelli organizzativi. Anche qui, senza bisogno di pensare a tasse o a dissanguare le finanze pubbliche, si devono trovare modi per la valorizzazione del patrimonio immobiliare e nel libro faccio alcuni esempi di collaborazione pubblico-privato e un’idea di valorizzazione del patrimonio dismesso per recuperare risorse da reinvestire nell’edilizia sanitaria. Insomma le sfide sono tante e penso che queste siano le più vicine al sentire di tutti i cittadini di questo Paese».

Il tema dei vaccini e è diventato uno degli argomenti più importanti di questa campagna elettorale. Sia Salvini che Di Maio hanno prospettato una possibile revoca del provvedimento del ministro Lorenzin. A loro come vuole replicare?

«Questa rincorsa a una manciata di voti da parte di chi irresponsabilmente continua ad essere contro l’obbligo vaccinale e quindi, faccio una traslazione quasi automatica, diffidente nei confronti dei vaccini se non addirittura contrario, credo che sia veramente una cosa fuori dal mondo. Credo che sia l’esasperazione della demagogia e del populismo su un argomento che a mio avviso è proprio l’ultimo che andrebbe utilizzato per fini elettoralistici. Il bene e la tutela della salute dei nostri figli, oltre che dell’intera comunità, deve prevalere rispetto a queste dinamiche, a queste logiche. Il fatto che due estremi del populismo, cioè Salvini, Lega Nord, e Movimento Cinque Stelle, abbiano questi punti di contatto non mi meraviglia. La cosa che invece mi preoccupa è che questi estremi si possano trovare concordi nel mettere in discussione quanto invece ormai dall’intera comunità scientifica internazionale mondiale ma anche dalla stragrande maggioranza dei cittadini di questo paese è considerato un provvedimento giusto e doveroso».

Lei è stato primo firmatario della legge sulla responsabilità professionale degli operatori sanitari. Come sta procedendo la legge? I decreti attuativi a che punto sono?

«La legge sta procedendo bene. Due decreti attuativi sono già stati emanati, ad agosto e settembre. Sono in fase di emanazione gli ultimi decreti. Per quanto concerne ai due decreti di competenza del ministero della Salute, quello che riguarda l’avvio del sistema nazionale di linee guida e del fondo di solidarietà nei confronti di coloro che hanno avuto danni dal sistema sanitario, sono in fase di emanazione. Tra l’altro voglio ricordare che nella legge sulle professioni sanitarie avevo inserito degli emendamenti che andavano a modificare la mia legge, la legge 24, per rendere più agevole, più rapido l’iter dell’emanazione di questi due decreti. Gli altri tre decreti, che in realtà verranno molto probabilmente assorbiti da un unico decreto omnibus, sono di competenza prevalentemente del Ministero dello Sviluppo Economico. Proprio in queste ore abbiamo avuto momenti di confronto con il Ministero. Io mi sono permesso di costituire un gruppo di lavoro informale che comprende tutte le espressioni del mondo sanitario, sia quelle pubbliche che quelle private, dalle associazioni private come Aiop, Aris, insieme al mondo della rappresentanza delle imprese di assicurazione. Nel tavolo informale di rappresentanza delle strutture pubbliche e private, mondo delle assicurazioni, mondo dei broker assicurativi, è stato sostanzialmente elaborato un documento che trova un accordo trasversale tra queste varie componenti e che è stato consegnato qualche giorno fa al Mise come contributo per le elaborazioni di questo decreto omnibus. Quindi siamo a buon punto, credo che nell’arco di un quindici-venti giorni, entro febbraio, al massimo entro la fine della legislatura, il decreto sarà emanato».

Siamo in periodo di formazione delle liste e le chiedo se ci saranno professionisti della Sanità, come ad esempio Burioni, nelle liste del Partito democratico

«Io credo che, come sempre nella composizione delle liste, queste devono non solo rappresentare uno spaccato dell’impegno del radicamento del partito, ma anche della cosiddetta società civile. Il mondo della sanità è molto articolato e complesso, sono circa un milione di operatori. Professionisti della qualità di Burioni, che conosco personalmente e che stimo molto, che vogliano mettersi al servizio della comunità e della collettività, portando il loro bagaglio, le loro esperienze in Parlamento, credo siano un valore aggiunto, e spero che non sia solo Burioni ma che riusciremo a portare qualche altro protagonista che rappresenti questo mondo. Fra l’altro voglio ricordare che la volta scorsa, al di là del sottoscritto, sono entrati in Parlamento anche professionisti della stregua di Amedeo Bianco, che era presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli ordini dei medici, e Annalisa Silvestro, che era la presidente del Collegio degli infermieri, Ipasvi, come dire. Il Partito Democratico ha una vicinanza e una presenza nel mondo della Sanità che vuole continuare ad avere anche in questa competizione elettorale».

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