Politica 16 Luglio 2020 16:16

Dal Bonus Covid all’infermiere di famiglia, il Dl Rilancio è legge: tutte le novità in sanità

L’Aula del Senato ha dato il via libera del decreto che prevede misure importanti per la sanità: aumentano le borse di studio per i medici specializzandi, vengono potenziate le USCA, possibilità di assumere psicologi e assistenti sociali, fondo di solidarietà esteso a tutte le professioni sanitarie

Dal Bonus Covid all’infermiere di famiglia, il Dl Rilancio è legge: tutte le novità in sanità

Il Decreto Rilancio è legge. Il via libero definitivo è arrivato a Palazzo Madama con l’Aula del Senato che, alla questione di fiducia posta dall’Esecutivo, ha risposto con 159 voti favorevoli, 121 contrari e nessuno astenuto.

Importante il pacchetto di misure per la sanità contenuto nel Decreto, con un cospicuo investimento nelle USCA e nella sanità territoriale, una importante dotazione per l’assunzione di 9600 infermieri di famiglia, misure per l’incremento delle borse di studio per gli specializzandi medici, l’aumento strutturale dei posti letto in Terapia intensiva.

L’approvazione è stata salutata dall’apprezzamento delle forze di maggioranza. «Non avevamo la bacchetta magica, ma abbiamo erogato cassa integrazione, bonus per i professionisti, fondi alle imprese, bonus vacanze – ha spiegato in Aula la senatrice Paola Boldrini, capogruppo del Pd in Commissione Sanità -. Ora assumiamo 9600 infermieri e potenziamo la medicina territoriale, sostenendo in modo cospicuo il Sistema sanitario nazionale. L’obiettivo è rimettere in moto l’economia, in una situazione in cui il virus non è stato sconfitto e permane l’emergenza. Insieme possiamo farcela».

Esulta la FNOPI, Federazione degli Ordini delle Professioni infermieristiche, per le assunzioni degli infermieri di famiglia: «Oggi l’infermiere di famiglia/comunità non è una figura improvvisata, ma un professionista preparato e che ha seguito master specifici per poter assistere al meglio i pazienti fragili e le loro famiglie”, spiega Barbara Mangiacavalli, Presidente FNOPI, che chiede di prevedere percorsi formativi ad hoc nelle regioni.

Ecco i punti salienti del Dl Rilancio, ora legge:

  • Precariato. Si prevede che il requisito dei 36 mesi di servizio per accedere al SSN debba essere posseduto al 31 dicembre 2020: in questo modo saranno compresi anche quei professionisti della salute che sono stati in prima linea durante l’emergenza Covid, anche se con contratti a tempo determinato. Inoltre, viene spostato al 31 dicembre 2020 anche il termine per maturare i 36 mesi necessari per l’accesso alle procedure concorsuali riservate. La norma è stata fortemente voluta da diverse forze politiche, come il M5S, per contrastare il precariato in sanità.

  • Riordino rete ospedaliera. Le regioni dovranno garantire l’incremento di attività in regime di ricovero in Terapia Intensiva, tramite apposito Piano di riorganizzazione. Verrà resa strutturale la dotazione di almeno 3.500 posti letto di Terapia Intensiva (corrispondente ad un incremento di circa 70% del numero di posti letto preesistenti la pandemia) e dovrà essere programmato un incremento di 4.225 posti letto di area semi-intensiva. Dovrà essere consolidata la separazione dei percorsi rendendola strutturale e assicurata la ristrutturazione dei Pronto Soccorso con l’individuazione di distinte aree di permanenza per i pazienti sospetti Covid-19 o potenzialmente contagiosi, in attesa di diagnosi. Per l’insieme di questi interventi è previsto uno stanziamento di 1,467 miliardi per il 2020.

  • Bonus Covid. Si riconosce al personale sanitario impegnato sul fronte Covid un premio di importo non superiore a 2mila euro al lordo dei contributi previdenziali e assistenziali e degli oneri fiscali a carico del dipendente. Questo andrà a valere sulle risorse destinate a incrementare i fondi incentivanti. Inoltre, per garantire l’erogazione dei Lea, si apre alla possibilità di indire procedure selettive per l’assunzione di personale a tempo indeterminato per le categorie A, B, BS e C, valorizzando le esperienze professionali maturate nello svolgimento anche di prestazioni di lavoro flessibile.

  • Infermiere di famiglia. Le aziende e gli enti del SSN potranno conferire, dal 15 maggio 2020, incarichi di lavoro autonomo, anche di co.co.co, in numero non superiore a 8 unità infermieristiche ogni 50mila abitanti (in tutto 9.600 infermieri), ad infermieri che non si trovino in costanza di rapporto di lavoro subordinato con strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private accreditate. Per le attività assistenziali svolte è riconosciuto agli infermieri un compenso lordo di 30 euro ad ora per un monte ore settimanale massimo di 35 ore. Potranno far parte delle Unità speciali di continuità assistenziale anche medici specialisti ambulatoriali convenzionati interni.

  • Assistenza domiciliare. Le misure di distanziamento sociale e di isolamento domiciliare determinano la necessità di implementare e indirizzare le azioni terapeutiche e assistenziali sempre più a livello domiciliare, per decongestionare le strutture ospedaliere e favorirne un deflusso monitorato.

  • Unità speciali di continuità territoriale (USCA). Al fine di garantire una più ampia funzionalità delle Unità speciali di continuità assistenziale viene autorizzata per l’anno 2020 l’ulteriore spesa di 61 milioni di euro a valere sul finanziamento sanitario corrente stabilito per l’anno 2020. Possono far parte delle Unità speciali di continuità assistenziale anche ai medici specialisti ambulatoriali convenzionati interni.

  • Assistenti sociali. Le aziende e gli enti del Ssn potranno conferire incarichi di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, a professionisti del profilo di assistente sociale, regolarmente iscritti all’albo professionale, in numero non superiore ad un assistente sociale ogni due Unità speciali di continuità assistenziale per un monte ore settimanale massimo di 24 ore (in tutto 600 assistenti sociali). Per le attività svolte viene riconosciuto agli assistenti sociali un compenso lordo orario di 30 euro, inclusivo degli oneri riflessi.

  • Psicologi nelle Usca. Nel rispetto dei limiti di spesa per il personale degli enti del SSN, si introduce la possibilità di conferire incarichi di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, agli psicologi all’interno delle Usca, in numero non superiore a uno psicologo per due unità e per un monte ore settimanale massimo di ventiquattro ore.

  • Copertura finanziaria. Per finanziare l’insieme di questi interventi viene previsto un incremento del Fondo sanitario nazionale 2020 di 1.256.633.983.

  • Borse di studio per medici di medicina generale. Vengono accantonate, a decorrere dal 2021, 20 milioni di euro annui a valere sulle disponibilità finanziarie ordinarie destinate al fabbisogno sanitario standard nazionale al quale concorre lo Stato, per finanziare borse di studio per i medici che partecipano ai corsi di formazione specifica in medicina generale.

  • Linee guida per Rsa. Si prevede che entro quindici giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto Rilancio, il Comitato tecnico-scientifico dovrà adottare linee guida per la prevenzione, il monitoraggio e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 presso le residenze sanitarie assistite e le altre strutture pubbliche e private, accreditate, convenzionate e non convenzionate, che durante l’emergenza erogano prestazioni di carattere sanitario, socio-sanitario, riabilitativo, socio-educativo, socio-occupazionale o socio-assistenziale per anziani, persone con disabilità, minori, persone affette da tossicodipendenza o altri soggetti in condizione di fragilità. Le strutture saranno inoltre equiparate ai presìdi ospedalieri ai fini dell’accesso, con massima priorità, alle forniture dei dispositivi di protezione individuale e di ogni altro dispositivo o strumento utile alla gestione e al contenimento dell’emergenza epidemiologica.

  • Fondo di solidarietà. Il Fondo di solidarietà istituito per i famigliari di vittime del Covid-19 viene esteso a tutti gli esercenti le professioni sanitarie. Nel Dl Cura Italia era destinato solo a medici, infermieri e OSS ma ciò aveva provocato la reazione di tutte le altre professioni sanitarie.

  • Scuola di specializzazione in medicina e cure palliative. Viene istituita a decorrere dall’anno accademico 2021/2022 la scuola di specializzazione in medicina e cure palliative, cui potranno accedere i laureati in medicina e chirurgia. Con decreto del Ministro dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro della salute, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, saranno disciplinati i profili specialistici, gli obiettivi formativi e i relativi percorsi didattici funzionali al conseguimento delle necessarie conoscenze culturali e abilità professionali della scuola di specializzazione.

  • Borse di studio specializzandi. Viene autorizzata una spesa di 105 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021 e di 109,2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024, per finanziare 4.200 ulteriori contratti di formazione specialistica. Viene poi autorizzata anche un’ulteriore spesa di 25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023 e di 26 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026, al fine di aumentare il numero dei contratti di formazione specialistica dei medici.

  • Specializzandi delle professioni sanitarie. Si apre alla possibilità per gli specializzandi di odontoiatria, biologia, chimica, farmacia, fisica e psicologia – già prevista per medici e veterinari – di essere ammessi alle procedure concorsuali per l’accesso alla dirigenza del ruolo sanitario nella specifica disciplina bandita e collocati in graduatoria separata. Alcune associazioni, come AIFM che raccoglie i Fisici Medici, hanno salutato con favore la norma.

 

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