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Trento, la bellezza entra nei reparti di Oncologia grazie al progetto “Donatori di Musica”

Trasformare le stanze di un reparto oncologico in sale concerto: una pausa di bellezza e convivialità durante un percorso terapeutico difficile e pieno di incertezze. Grazie a Donatori di Musica, quella che può sembrare un’utopia è da dieci anni una sorprendente realtà. Sin dal 2009, infatti, grazie ad un’intuizione del compositore e producer discografico Gian […]

Trasformare le stanze di un reparto oncologico in sale concerto: una pausa di bellezza e convivialità durante un percorso terapeutico difficile e pieno di incertezze. Grazie a Donatori di Musica, quella che può sembrare un’utopia è da dieci anni una sorprendente realtà. Sin dal 2009, infatti, grazie ad un’intuizione del compositore e producer discografico Gian Andrea Lodovici e dell’oncologo Maurizio Cantore, le note hanno iniziato a risuonare nei reparti di oncologia, partendo da Carrara e Bolzano per poi diffondersi velocemente in oltre venti centri di tutta Italia e in alcune sedi statunitensi e austriache.

Il 6 e il 7 luglio prossimi la rete di Donatori di Musica si dà appuntamento per celebrare il decennale di attività, nella splendida Val di Non, a Malosco (Trento), in occasione del suo secondo convegno. Durante le due giornate di Malosco, si terranno tre momenti musicali con la partecipazione del Trio Broz – composto dai fratelli Barbara (violino), Giada (violino e viola) e Klaus (violoncello) -, della “Bifo Combo”, ensemble musicale molto noto della scena musicale veronese e di Roberto Prosseda, tra i pianisti più attivi della scena concertistica internazionale, oltre che socio fondatore e direttore artistico di Donatori di Musica.

«Con Donatori di Musica si compie la transizione dalla terapia alla cura, o meglio ancora, al prendersi cura – afferma Claudio Graiff, Oncologo Medico e Socio Fondatore di Donatori di Musica, Presidente del convegno – e così la terapia, atto tecnico che richiede competenze scientifiche e formazione specialistica non delegabili, si inscrive compiutamente nella cura, in quel prendersi cura gli uni degli altri che tanto è importante per il vissuto di chi si trova ad affrontare esperienze difficili e dolorose quale indubbiamente è la condizione dell’ammalato oncologico. La cura quando intesa nella sua accezione più estensiva, a differenza della terapia, non compete al solo personale sanitario. L’ingresso dei Musicisti nelle comunità chiuse degli Ospedali, quali portatori di valori universali di autentica bellezza, trasforma la segregazione in inclusione e simboleggia il coinvolgimento dell’intera società umana nei percorsi di cura. I musicisti portano vita nei luoghi della sofferenza, trasformandoli con la loro arte in luoghi della speranza, della condivisione e del benessere. In occasione del nostro evento, il nostro progetto si arricchirà di nuova energia grazie allo scambio di esperienze tra i diversi centri che già aderiscono e alla partecipazione di nuovi reparti che intendono unirsi alla nostra rete».

Donatori di Musica intende contribuire all’affermazione di una nuova cultura della cura che faccia emergere le emozioni e il vissuto delle persone coinvolte nel percorso terapeutico anche nei luoghi solitamente deputati al trattamento. Pazienti, medici e personale sanitario tornano ad indossare i propri abiti, vivendo cosi una vera e propria parentesi di arte.

«L’esperienza emotiva e umana dell’ascolto della musica dal vivo è preziosa per tutti, e in particolare per chi si trova ad affrontare situazioni critiche come quelle caratterizzano un trattamento oncologico – spiega Andrea Mambrini, Direttore Divisione di Oncologia Medica Ospedale di Massa Carrara, Segretario e Socio Fondatore di Donatori di Musica – I pazienti non sono solo spettatori, vengono coinvolti direttamente nella preparazione delle quattro fasi che costituiscono il format degli eventi, dalla preparazione e organizzazione al concerto vero e proprio, ad un’occasione conviviale, fino a quella che noi definiamo ‘di tutti i giorni dopo’. Quest’ultima fase è quella più importante, quando si mantiene la relazione instaurata, a tratti magica, e che si è creata durante l’evento».

Studi scientifici hanno dimostrato i benefici del progetto sui pazienti, con diminuzione dei livelli di ansia e alleggerimento del peso psicologico legato alla cura. Creare un legame emotivo con i medici aiuta il paziente ad abbattere le barriere, facilitando il dialogo e lo scambio per tutta la durata del trattamento.

«Donatori di musica – dichiara Maurizio Cantore, Direttore Divisione di Oncologia Medica Ospedale di Mantova, Presidente e Socio Fondatore di Donatori di Musica – è nato dall’incontro con il famoso produttore di musica classica Gian Andrea Lodovici, quando venne presso il mio studio di Carrara per un ulteriore parere medico sul percorso terapeutico che stava affrontando per un cancro allo stomaco. Incontrai Lodovici in un momento di forte difficoltà, non aveva più energie e non riusciva neanche più a pensare alla sua principale fonte di ispirazione, la musica. Capii allora che – prosegue Maurizio Cantore – oltre alle terapie, dovevo proporgli qualcosa di diverso, ad esempio organizzare dei concerti nel reparto che dirigevo. Da lì iniziò il cambiamento, trascorse gli ultimi mesi con gioia, impegnato a creare eventi e stagioni musicali nel reparto dove era ricoverato. Fu l’inizio della nostra storia e da quel momento in poi, un’atmosfera di magia caratterizza da sempre i nostri concerti: è un’esperienza in grado di arricchire profondamente ogni singola persona che partecipa e che ci rende tutti talmente grati al punto di decidere, gli uni con gli altri, di non usare più la parola Grazie!».

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