Lavoro 17 Aprile 2019 13:30

Smart working in sanità, Magi (OMCeO Roma): «Una bella scommessa, ma non aumenti la distanza medico-paziente»

Al parziale scetticismo del presidente dell’Ordine dei Medici di Roma si contrappone l’entusiasmo di Carla Cappiello, presidente dell’Ordine degli ingegneri della Capitale: «Le potenzialità sono enormi: lavorare a distanza riuscendo a fornire la stessa qualità del servizio e garantendo la sicurezza dei dati personali consente di risparmiare su tutte le procedure e sopperire a carenze sociali»

di Viviana Franzellitti e Giulia Cavalcanti
Smart working in sanità, Magi (OMCeO Roma): «Una bella scommessa, ma non aumenti la distanza medico-paziente»

Lo smart working è una nuova modalità di lavoro che permette flessibilità ed autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti di lavoro a fronte di una maggiore responsabilizzazione dei risultati. Il lavoro “agile” è in costante crescita nella PA e nel privato e comincia ad affacciarsi anche in ambito sanitario.

L’innovazione tecnologica e la possibilità di lavorare da remoto rende possibile, a distanza, l’interazione medico-paziente. Gli scenari di impiego del lavoro agile in Sanità sono molteplici, a partire dal medico di famiglia, che può offrire servizi di teleconsulto delle analisi cliniche, prescrivere visite ed esami specialistici ai pazienti con patologie croniche, anziani o che hanno difficoltà a spostarsi, riducendo i costi per il Sistema sanitario nazionale.

Ma quali sono i benefici della medicina a distanza e quali i rischi? Secondo Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, c’è ancora molta strada da fare: «Lo Smart working in sanità è una bella scommessa: la medicina, infatti, si basa su un rapporto diretto e di fiducia tra medico e paziente. Gli strumenti elettronici e la “medicina a distanza” potrebbero anche creare qualche problema – ha commentato Magi a Sanità Informazione a margine dell’evento in Senato “Lo smart working nella sanità”, promosso dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma -. È utile, senza dubbio, in contesti e condizioni particolari, dove si deve garantire un’assistenza sanitaria – ha specificato Antonio Magi – il fatto di comunicare a distanza e in qualsiasi momento senza la presenza fisica e grazie alle nuove tecnologie può aiutare moltissimo. L’importante, in sanità, è non superare certi limiti».

Il presidente dell’Ordine dei Medici di Roma non è del tutto convinto delle potenzialità del lavoro agile in sanità perché intravede un limite nel mancato rapporto diretto con il paziente: «Dare un parere totalmente positivo allo smart working al momento non è possibile. Insisto: in medicina già c’è poca fiducia, questa modalità rischia di aumentare le distanze tra il malato e lo specialista».

Di tutt’altra idea Carla Cappiello, presidente dell’Ordine degli ingegneri della Capitale: «I vantaggi sono enormi: lavorare a distanza rispetto all’azienda riuscendo a fornire lo stesso livello qualitativo del servizio e garantendo la sicurezza dei dati personali consente un risparmio economico su tutte le procedure e sopperisce a carenze sociali» ha sottolineato ai nostri microfoni.

Per abilitare in modo effettivo questo cambiamento anche nel settore sanitario è necessario investire sulla formazione del personale e anche il cittadino deve essere informato in modo appropriato sulle possibilità offerte dalle cure a distanza. «Il ruolo dell’ingegnere – ha concluso Carla Cappiello – è fondamentale nella formazione di medici e operatori sanitari per ciò che riguarda l’utilizzo delle nuove tecnologie e la progettazione dei sistemi informativi adeguati e sicuri».

Articoli correlati
La Sanità è diventata un bene di lusso, cresce l’impoverimento delle famiglie
Secondo il 19° Rapporto del CREA Sanità "al Ssn servono 15 miliardi per non aumentare il distacco dal resto dell’UE, personale carente e sottopagato. Rispetto ai partner EU, il nostro Paese investe meno nella Sanità, aumenta la spesa privata ed è a rischio l’equità del sistema". Digitalizzazione necessaria per le “nuove cronicità"
Sanità italiana divisa a metà: 29 milioni di italiani in difficoltà con le cure
La sanità italiana sempre più divisa in due con ben 29 milioni di italiani che potrebbero avere serie difficoltà. Le performance sanitarie per il 2023 vedono infatti otto tra Regioni e Province autonome promosse, sette rimandate e sei bocciate. Sono i risultato del rapporto «Le performance regionali» del Crea Sanità, Centro per la ricerca economica applicata in sanità, presentato oggi a Roma
Covid: cambiano le regole dello smart working, cosa succederà dall’1 luglio?
Nonostante il miglioramento delle condizioni sanitarie legate alla pandemia di Covid-19, il Governo ha deciso di prorogare lo smart working fino al prossimo 31 dicembre ai lavoratori fragili e genitori con figli fino a 14 anni, ma solo nel settore privato
Rendere il territorio a misura di paziente cronico, la sfida di Sicop e Sumai. Magi: «Lavoro in équipe cruciale»
Al convegno dal titolo "Le nuove sfide del territorio nell'endemia post-Covid" anche il segretario FIMMG Silvestro Scotti, il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri e il Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato che spiega: «Il nuovo modello organizzativo dove coinvolgere gli specialisti ambulatoriali interni, i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, le farmacie pubbliche e private convenzionate»
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Advocacy e Associazioni

Oncologia, Iannelli (FAVO): “Anche i malati di cancro finiscono in lista di attesa”

Il Segretario Generale Favo: “Da qualche anno le attese per i malati oncologici sono sempre più lunghe. E la colpa non è della pandemia: quelli con cui i pazienti oncologici si sco...