Lavoro 31 Marzo 2015 16:33

Il Ministero della Salute “mette sotto inchiesta” la Medicina Difensiva

Costituita una commissione ad hoc: la paura delle denunce costa oltre 10 miliardi l’anno

Il Ministero della Salute “mette sotto inchiesta” la Medicina Difensiva

Cresce sempre più l’attenzione delle istituzioni sul tema della responsabilità professionale in ambito sanitario: il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha annunciato nei giorni scorsi la costituzione di una nuova Commissione consultiva ad hoc, con il compito di fornire al Ministero idoneo supporto per l’approfondimento di queste tematiche e per l’individuazione di possibili soluzioni, anche normative.

Nello stesso contesto, il Ministero ha presentato un documento contenente numeri e ragioni di un fenomeno che aumenta in modo preoccupante, e che costa alle casse dello Stato 10 miliardi all’anno. Dal report emerge inoltre che il 77,9% dei medici ha praticato medicina difensiva almeno una volta nell’ultimo mese, e che per 4 medici su 5 la motivazione risiede nella paura delle denunce.

E’ evidente come la nuova Commissione, presieduta dal Prof. Avv. Guido Alpa, Presidente del Consiglio nazionale Forense, risponde all’esigenza di far fronte alle numerose questioni ancora aperte, anche alla luce della recente pronuncia del Consiglio di Stato. Per l’organo, infatti, in assenza di un regolamento sulle caratteristiche delle polizze, non sussiste l’obbligo per il professionista sanitario di dotarsi di copertura RC e la mancata stipula di una polizza assicurativa non può costituire illecito disciplinare da parte dell’Ordine.

L’annuncio dell’istituzione della nuova Commissione è stato accolto con un caloroso benvenuto da parte del Sindacato Medici Italiani (Smi): “E’ il momento di passare dalle parole ai fatti – sottolinea Pina Onotri, segretario generale Smi – per garantire maggiore informazione ai cittadini, la tutela effettiva del lavoro medico, e un accordo con l’avvocatura per una nuova cultura per la risoluzione alternativa dei conflitti”. Parole che fanno eco alle recenti dichiarazioni del sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, che si era espresso sugli evidenti limiti – nonostante le buone intenzioni – del decreto Balduzzi. Intanto, però, i camici bianchi continuano ad operare con lo spauracchio delle denunce, che come evidenziato di recente da un sondaggio dell’Osservatorio Internazionale della Sanità sono pretestuose per l’80% dei medici.

E mentre Anaao Assomed stronca l’iniziativa del Ministero, di tutt’altro segno è la posizione di Consulcesi Group, principale realtà di settore con sedi in Italia e nel resto del mondo. “Oltre 10 miliardi all’anno per la Medicina Difensiva sono una spesa enorme ed intollerabile – dichiara Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Group – e il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha fatto bene a metterlo in evidenza, correndo ai ripari con la costituzione di una commissione ad hoc. Oggi – continua Tortorella – il nostro Gruppo, con l’esperienza di oltre 20 anni al fianco dei professionisti della sanità, è pronto a mettere a disposizione delle istituzioni le indicazioni dei nostri oltre 60mila medici tutelati  per risparmiare subito oltre un miliardo”. Intanto, in attesa di una nuova regolamentazione, molti operatori sanitari hanno già deciso di mettersi le spalle al sicuro scegliendo forme di copertura che prevedono la tutela legale completa.

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