Lavoro e Professioni 25 Febbraio 2021 12:30

Covid, stress post traumatico per un sanitario su tre

Isabel Fernandez (presidente associazione EMDR Italia): «Serve supporto psicologico in ospedale per medici e infermieri. L’EMDR funziona»

Ansia, rabbia, esaurimento emotivo e depressione: gli operatori sanitari che in questi mesi hanno curato i pazienti Covid mostrano segni evidenti di burnout e sindrome post traumatica da stress. Il trattamento psicoterapico EMDR (eye movement desensitization and reprocessing) su medici, infermieri, osa e volontari, sembra assicurare un netto miglioramento.

È quanto emerge dallo studio condotto dall’associazione EMDR Italia, il primo lavoro che testimonia l’efficacia di questa terapia per l’elaborazione del trauma vissuto dagli operatori sanitari nel corso della pandemia.

I dati: più del 60% ha riportato livelli da moderati a elevati di esaurimento emotivo

La ricerca, che sarà presentata in un webinar il 26 febbraio, ha coinvolto 744 soggetti (di cui 157 non sono stati trattati) sottoposti a quattro differenti tipologie di trattamento EMDR (de visu, di gruppo, on-line individuali e di gruppo).

I dati sono stati raccolti in 17 ospedali e Rsa. Dallo studio è emerso che il 71,2% degli operatori sanitari ha avuto livelli di ansia superiori al cut-off. In relazione al burnout, più del 60% ha riportato livelli da moderati a elevati di esaurimento emotivo; il 74,4% ha riportato livelli da moderati a elevati di ridotta realizzazione personale; livelli moderati ad elevati di depersonalizzazione si sono presentati in più del 25%. Livelli clinici di depressione sono stati identificati nel 26,8% dei partecipanti, livelli clinici di ansia nel 31,3% e livelli clinici di stress nel 34,3%. Infine, il 36,7% ha riportato sintomi di stress post-traumatico.

I sintomi al di sopra della soglia patologica

«Dall’indagine è emerso che le caratteristiche di evitamento, intrusività e ipereccitazione in questi soggetti sono al di sopra della soglia patologica, dimostrando uno stato traumatico – spiega il dott. Marco Pagani, ricercatore del consiglio nazionale delle ricerche – mentre dopo il trattamento le condizioni di stress, ansia, umore, rabbia, sonno e aiuto mostrano un miglioramento significativo negli operatori reclutati, un miglioramento raddoppiato rispetto a quello percepito nei soggetti non trattati al semplice passare del tempo. Differenze sono state riscontrate tra i diversi ospedali e trattamenti, mentre non sono emerse differenze significative tra donne e uomini nella risposta alla terapia».

Fernandez (EMDR Italia): «Intervenire con supporto psicologico specifico in ospedale»

«È necessario tutelare e supportare la salute mentale e il benessere degli operatori sanitari in prima linea, con interventi di supporto psicosociale sia durante sia al termine della pandemia – osserva Isabel Fernandez, psicoterapeuta e presidente dell’associazione EMDR Italia – durante l’emergenza coronavirus i fattori di rischio per lo sviluppo di reazioni da stress traumatico sono aumentati moltissimo: dal contatto con i pazienti infetti, allo stress fisico causato dai dispositivi di protezione, allo stato di allerta costante, ai turni di lavoro più lunghi, al timore di contagiare amici e parenti. Per questo, oltre a promuovere strategie di protezione nei luoghi di lavoro, si rende necessario intervenire con un supporto psicologico specifico come EMDR, anche all’interno dei servizi sanitari e in ospedale, per facilitare il recupero, il ripristino di una serenità lavorativa e della routine quotidiana».

 

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