Siglato l’accordo con la Sisac per l’effettuazione dei tamponi rapidi dai medici di famiglia. Raggiunta l’intesa con la medicina generale, contrari anche Smi e Cgil. Scotti (Fimmg): «Pronti ad assumerci ulteriori responsabilità, ma sempre nel rispetto della sicurezza»
Le Regioni non hanno accettato l’idea di una pre-intesa. Il segretario della Federazione dei Medici di medicina generale deluso: «Chiedevamo che il 2017 si chiudesse con un aumento dell’1,79%, in linea con l’indennità di vacatio contrattuale della dipendenza, perché non va bene?»
Secondo il Sindacato Medici Italiani la Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati starebbe portando avanti «il progetto del regionalismo differenziato, a scapito della medicina generale non chiarendo quali siano gli stanziamenti per gli accordi regionali».
Coinvolti circa 64mila medici, dei quali 45mila medici di famiglia. Tra i punti chiave la velocizzazione dell’accesso alla professione dei giovani medici e l’aumento dell’intensità assistenziale attraverso diagnostica di primo livello negli studi. Scotti: «Resta il nodo delle borse di studio»
Il testo prevede un ruolo più attivo dei professionisti nell’assistenza dei pazienti cronici e facilitazioni per l’ingresso di giovani pediatri nella professione. Ora tocca alle regioni sviluppare gli obiettivi prioritari
Si è arrivati a questa conclusione al termine dell’incontro tra sindacati della medicina generale e Sisac per il rinnovo dell’Acn, riguardante oltre 70.000 medici di medicina generale
Il segretario dei medici di base chiarisce: «Auspichiamo un percorso negoziale rapido e concreto con la Sisac. Non siamo disponibili ad essere assimilati al pubblico impiego solo per i doveri e non per gli stessi diritti». Il ministero ha riattivato il tavolo in materia di medicina generale
“Vogliono trasformarci in dipendenti di serie B”. Il sottosegretario alla Salute De Filippo: “Lavoriamo per riavvicinare le parti”