Un modello di Intelligenza artificiale (IA), chiamato GPT-3, diffonde disinformazione in modo più credibile degli esseri umani. A dimostrarlo è uno studio di Giovani Spitale dell’Università di Zurigo, pubblicato sulla rivista Science Advances
Rosbeh Zakikhani, CEO di Deephound, spiega a Sanità Informazione come le affermazioni false sul Covid siano diventate una piaga in 87 Paesi del mondo
La paura del coronavirus ha aumentato la nostra sete di notizie. “Un’infodemia estrema” come definita dall’Oms. Molti si sono interrogati sul ruolo che scienziati ed esperti devono avere nel contrastare la disinformazione che ne deriva: si aiuta a capire, ma si rischia la propria credibilità?
Mediamente il 60% dei soggetti intervistati nella realtà condividerebbe la fake news proposta anche se solo poco più della metà la ritiene veritiera. Sono i risultati di uno studio finanziato dal Ministero della Salute e condotto dal CEIS-EEHTA, che ha analizzato l’impatto della disinformazione virale in ambito salute
«Notizie scientificamente attendibili possono sconfiggere le comunicazioni fuorvianti, quindi la necessità è di diffonderle e su questo stiamo lavorando congiuntamente con tanti attori del sistema», così Salvatore Sciacchitano, capo della segreteria del sottosegretario al Ministero della Salute Armando Bartolazzi
Al via il secondo Congresso Nazionale di Medicina e Pseudoscienza dove la scienza, i media e il web si incontrano. Il congresso coinvolge trenta relatori tra medici, biologi e divulgatori scientifici, tra bufale da sfatare e consigli da seguire per vivere in salute
“Quando l’informazione fa male alla salute”. Questo è il titolo del convegno gratuito e aperto alla cittadinanza che si terrà venerdì 16 marzo 2018 – dalle 16.30 alle 18.45 – nella Sala Polivalente del Centro Servizi Beato Pellegrino a Padova. Cosa sono le Fake news in ambito sanitario? Sono le “notizie che fanno male alla salute”. L’evento proposto […]
La parola al medico di base: «Se il paziente ha dubbi la mia risposta è una sola. Vaccinarsi, sempre»
Intervista al senatore Maurizio Romani, vicepresidente della Commissione Igiene e Sanità«Sì alla corretta informazione e comunicazione, ma sanzionare sarebbe un ricatto»