Intervista all’onorevole Giovanni Paglia: «Con questa incertezza normativa, ovvio che fioriscano i ricorsi e la giurisprudenza è ormai consolidata. Se le banche collaborassero sarebbe un grande segno di civiltà»
Alla Camera, la Commissione Finanze è in prima linea nell’affrontare i fenomeni delle irregolarità bancarie, tra cui la pubblicità ingannevole e l’anatocismo. Una situazione di confusione normativa cui è fondamentale porre un argine.
E se i ricorsi in tribunale aumentano sempre più, l’ultimo baluardo in difesa dei cittadini deve essere alzato dal Governo, con una legge ad hoc. Sanità informazione ha affrontato la questione con l’on. Giovanni Paglia, deputato SEL, membro della V Commissione Finanze.
«Il Parlamento due anni fa aveva legiferato – spiega Paglia – imponendo una volta per tutte che l’anatocismo dovesse sparire. Nei mesi scorsi Banca Italia ha lanciato una consultazione pubblica rispetto ad una sua proposta molto criticata, in quanto prevedeva il ripristino dell’anatocismo, seppur limitatamente ad alcune tipologie. Questo – continua – mi ha portato ad attuare una risoluzione in Commissione Finanze per indirizzare il Governo affinché si opponesse a far “rientrare dalla finestra” ciò che era uscito dalla porta. Credo che abbiamo trovato un buon compromesso – prosegue l’onorevole – approvato in Commissione, con cui si esclude qualsiasi possibilità di ricapitalizzazione».
In attesa di provvedimenti che possano definire la situazione, è comunque aperta per i cittadini la strada dei ricorsi. E, stando al consolidato orientamento giurisprudenziale, favorevole ai risparmiatori, sembra essere anche la più opportuna…
«Sì – concorda Paglia – dal momento che, ad oggi, le previsioni normative non sono ancora abbastanza chiare. Sono contento che la giurisprudenza abbia questo orientamento, tuttavia l’ideale sarebbe arrivare ad una situazione in cui non sarà più necessario ricorrere».
Interessante il dato divulgato dal Ministero della Giustizia secondo cui, in oltre il 50% dei casi, le banche, non appena il cittadino ricorre, diventano immediatamente disponibili ad una transazione e a chiudere la partita nel giro di pochi mesi.
«Questo dimostra che le banche hanno capito dove sta tirando il vento, sia dal punto di vista giurisprudenziale che normativo. Potrebbero tuttavia – conclude l’onorevole – fare un ulteriore sforzo: senza aspettare i ricorsi dei cittadini, adeguarsi spontaneamente ad una buona prassi, contribuendo a deflazionare il carico giudiziario e a renderci un paese più civile».