A Bruxelles l’intervista all’eurodeputato Marco Valli: «Bisogna agire attraverso i tribunali»
Sempre più lontani i tempi in cui le banche la facevano franca, sempre e comunque, sui cittadini. Dal recente caso – con conseguenze tragiche – del “salvabanche”, attualmente sotto i riflettori in Italia, fino alla lotta contro l’anatocismo, i mutui irregolari e le altre ingiustizie, combattuta a suon di ricorsi da parte dei risparmiatori truffati.
Ben quattro mutui su cinque sono irregolari: un dato che ha reso gli istituti bancari “sorvegliati speciali” anche da Bruxelles e dalle istituzioni europee, come ha raccontato ai microfoni di Sanità informazione l’eurodeputato Marco Valli (M5S – EFDD).
«L’Italia ha introdotto la giusta regola che prevede di non applicare il cumulo di interessi sui mutui dei cittadini. Adesso dobbiamo aspettare che il 1° gennaio venga approvata la circolare che abolisce l’anatocismo in Italia. Il governo, nella legge di stabilità 2014, aveva già previsto l’abolizione di questa pratica, ma poi ci sarebbe dovuto essere un decreto attuativo. Nell’ambito di questo vulnus normativo, si sono mosse diverse cause da parte dei cittadini verso le banche, e ci sono state sentenze dei tribunali che, sulla base della legge di stabilità ed anche in assenza di un decreto, hanno giudicato irregolare ed illegale l’anatocismo. Le banche ovviamente reagiscono in appello fino all’ultimo, perché non vogliono ammettere di star strozzando i cittadini».
Le azioni legali intentate dai cittadini sono tante, ma ancora poche rispetto a tutte quelle potenziali. In questo momento di confusione normativa, i cittadini sottoposti a questi mutui irregolari pensano che sia il momento giusto per agire attraverso i tribunali.
«Esatto, bisogna agire attraverso i tribunali ed appellarsi alle sentenze che legittimano l’inapplicabilità dell’anatocismo, nel momento in cui ci si ritiene sottoposti a interessi su interessi da parte delle banche sui propri mutui e finanziamenti. In questo modo le banche, sapendo che ci sono già delle sentenze a sfavore, si ritirano e ammettono la propria colpa».
Infatti i dati del Ministero della Giustizia sottolineano come, in cinque casi su dieci, non appena il cittadino ricorre, le banche automaticamente propongono un accordo. E’ evidente che questa è la strada migliore…
«Finché le banche possono appellarsi al fatto che i cittadini non faranno mai causa, continueranno ad applicare questi tassi. Nel momento in cui però un cittadino decide di appellarsi alla legge – perché c’è una legge – le banche si tirano indietro, come è giusto».