Emerge anche questo, che non è propriamente un particolare, dalle proteste che si susseguono sia davanti alle sedi dei quattro istituti di credito coinvolti nel Salvabanche, sia attraverso le manifestazioni a Bankitalia, Montecitorio e Consob. Proprio nel corso del sit-in in via Giovanni Battista Martini (la sede a Roma della Consob) dalla piazza si sono levate numerose denunce relative ad irregolarità non solo su conti correnti (in particolare per anatocismo ed usura) e obbligazioni “spazzatura” ma anche per mutui. «Sono correntista della stessa banca da 39 anni e mi aspettavo più correttezza riguardo la gestione dei miei risparmi – racconta una commerciante venuta a Roma da Empoli – e di non dover subire un vero e proprio ricatto per ottenere un mutuo».
Un comportamento che sembra aver compromesso il rapporto tra banche e cittadini. Slogan, cartelli e cori lo evidenziano chiaramente, così come le parole di chi ha perso tutto: dal pescatore che arriva da Goro (località sul delta del Po) ai pensionati, passando per artigiani, commercianti e operai. Tra questi, un nutrito gruppo di toscani, venuti a Roma con idee e intenzioni chiare: «Ci devono restituire fino all’ultimo centesimo, siamo pronti a dar battaglia ad ogni livello». Proteste e manifestazioni sono destinate ad andare avanti, ma in molti sono pronti a passare alle vie legali: «Le manifestazioni vanno bene, ma non bastano: bisogna rivolgersi ai tribunali», affermano in molti, assicurando: «Non ci arrenderemo, non gliela daremo vinta». Concetto che ribadisce anche Adusbef attraverso le parole di Monica Cirillo: «Il panorama è pieno di irregolarità bancarie. Se non si interviene, tra sei mesi ci sarà un altro caso. Oggi i cittadini temono per tutto, anche per i loro mutui».