Il Governo cambia rotta sui mutui ma resta il principio che la banca può espropriare una casa senza dover prima passare dal giudice. Nonostante non saranno più sette, ma diciotto le rate che, se non corrisposte o pagate in ritardo, determineranno in automatico la procedura di vendita della casa del debitore senza passare per l’asta […]
Il Governo cambia rotta sui mutui ma resta il principio che la banca può espropriare una casa senza dover prima passare dal giudice. Nonostante non saranno più sette, ma diciotto le rate che, se non corrisposte o pagate in ritardo, determineranno in automatico la procedura di vendita della casa del debitore senza passare per l’asta giudiziaria, le associazioni e i partiti di opposizione continuano a protestare contro il Decreto Legislativo elaborato dal governo.
Certo, la Commissione Finanze della Camera dei Deputati, nel parere sull’atto del Governo che si apprestava a recepire la Direttiva Ue 2014/17 sui mutui, ha sollevato alcuni dubbi e proposto piccole modifiche. Tra queste, oltre all’aumento del numero delle rate, anche l’indicazione che se il ricavato della vendita dell’immobile non dovesse risultare sufficiente a compensare il credito della banca, il debitore non sarà costretto a pagare più nulla. La nuova normativa diventa inoltre facoltativa (la banca non può costringere il debitore a sottoscriverla) e non si applica ai contratti già in essere (neanche in caso di surroga). È stato inoltre specificato che, in caso di vendita dell’immobile, l’istituto bancario interessato potrà incassare soltanto quanto ancora dovuto, mentre le somme eventualmente in eccesso andranno restituite al debitore. Non varrà invece il caso contrario, ovvero se la vendita dell’immobile non riesce ad estinguere il debito nella sua interezza.
Ma bastano queste modifiche a placare il grande malcontento suscitato in questi giorni dalla notizia che bastava, in sostanza, una piccola e momentanea difficoltà economica per vedersi tolta la casa in maniera definitiva? Come detto, no. Non bastano le sempre più numerose sentenze di condanna per anatocismo e usura bancaria. Il malcontento è forte e molto diffuso. Tra i più accaniti avversari di questa riforma, c’è il Movimento 5 Stelle, che dopo una protesta alla Camera nei giorni scorsi ha dato vita ad un sit in sotto la sede del Ministero delle Finanze in via XX Settembre a Roma. Secondo i 5 Stelle, l’unica strada da percorrere non è quella di modificare il testo, ma quella di ritirarlo tout court. Il problema, infatti, non riguarderebbe tanto il numero delle rate o il carattere facoltativo della norma: la vera questione è che, nel caso in cui il Dlgs dovesse essere approvato così com’è, passerebbe il principio che dà all’intermediario finanziario il potere di esproprio senza dover prima passare dal tribunale. Sulla stessa lunghezza d’onda Sinistra Italiana, che parla di «palliativi presentati dal Pd» che sono «una toppa che non copre il buco».